C. 1v:
(Nel) tempo che nostro signore Gesù
Cristo se ne ascese glorioso, e
trionfante al cielo, e doppo chè la
gloriosa assunzione di Maria V.
sconvolse tutto l'inferno contro del
genere umano, s'inalzarono molti
in(fedeli)... abbattendo e contrariando la nuova santa fede, e legge
lasci(ando?)... Molti demonij
signoreggiavano diversi paesi del
(mondo e princip)almente la
Trinacria nella quale si
pompeggiavano in or(rende (?) e spa)ventevole forme,
hor di bestie, hor di serpenti, ed
insaziabili Dra(goni semi)nando terrore, e spavento
a quella misera gente.
(In tali?) borrascose tempeste,
maneggiava il timone della Nave
della Chiesa il santo Apostolo Pietro, il
quale avea mandato per diverse parti
del mondo i Santi Apostoli per predicare l'evangelio,
e piantare la fede Cristiana:
... che si trovavano in Roma
convertiti alla fede Vuomini di vita
religiosa e integrità di costumi,
rendendosi venerabili a tutti per il savio, e santo deportamento con Dio e con i
prossimi, tra i quali s'annoverava
il nostro santo Pellegrino nato da Lucca
della Gregia; avvisato dall'Angelo
l'Apostolo Pietro, se li fece chiamare
alla sua presenza, e osservata d'ogn
uno del... lta la sincerità, e la santita
nell'osservanza della divina legge,
li ripar... che in altre parti del mondo,
ove ancora non erano andati li santi Apo(stoli) a disseminare la divina
parola, e fede di Gesù Cristo,
infetti d'Idolatria
... spiriti conturbatori di nostra
pace. A Pellegrino però ci consi...
... la Sicilia: il che fece doppo
lunga orazione con somma istanza
fatta ... per provederla d'Unomo insigne e
speciale. Questo umiliato a piedi
del
(somm)o Pontefice, con tutto genio,
e spirito di perfezione Cristiana,
volentieri (?) ne accettò la carica, ed
assieme d'altri suoi compagni, che
si dice es(sere) stati Macario,
Massimo e Marciano, ne domandò la Pontificia benedizione, la quale ottenutala, ne
ricevette per mano del santo
Apostolo il
libro del santo evangelio per
predicarlo. Fu anch'avvisato come
nella Città di Triocula vicino ad una
montagna, dimorava in oscura caverna
un
voracissimo Dragone grande non solo
per la corporatura, m'anche per (li
malan?)ni che apportava, essendo di
massimo terrore agli sfortunati ha(bbitanti?) li quali per rachetarlo, non
riflettendo l'insensibile destruzione ... cotidianamente l'alimentavano
con carni d'innocenti f(anciulli)
quali l'iniqua sorte li traheva ad
esser pascolo di si vorace (dragone?) ... consapevole Pellegrino
uniformatosi al divino volere (simo)strò umile ed ubidiente.
Risolse d'intraprendere quel l(ungo fatico)so viaggio per amore di Dio, e di
convertire l'anime...
cristianesimo, al lume della santa
fede cattolica.
C. 2v:
Chiestane la Pontificia Benedizione,
e licenziatosi il santo Pellegrino
dall'Apostolo Pietro, dal quale, essendo fatto Sacerdote e consagrato Vescovo,
ottenne anche tutta quella autorità, ed ampla potestà,
concernente ad una tale carica,
coll'ag (iu)to del Signore s'imbarcò con
altri compagni, doppo puochi
giorni prosperamente pervenne a
spiaggia del mare di Sicilia.
Sbarcò, come vogliono alcuni, dal
... to della Verdura, ed altri
dicono,
che sbarcò alla città della picciola
Cartagine, oggi chiamata Capobianco, ove fece residenza per
alcuni giorni predicandoci la fede
di
Gesu cristo e il suo santo
evangelio: Al di di oggi ancora se
ne vedono
i vestiggi di quella città, la quale
fu distrutta da poi da i Romani con
quella anche di Triocola di cui pure
se ne osservano gli antichi vestiggi essendone rimasta solamente la
Terra di Caltabellotta, e il
casale di S. Anna due miglia in
circa distante da quella.
Non mancò fra tanto al Demonio
invidioso, di tentare ed assaltare
il Santo Vecchio pellegrino, or cò
mali intoppi e sinistri accidenti
nel
camino per impedirci il viaggio di
andare in Triocula, sapendo, che
doveva riducere alla fede quella
Gente Idolatra, e distrudere quel
Serpe infernale; or con
persecuzioni, maltratti, e percosse
di gente
barbara, e spietata, infedele,
Idolatra ed ignorante; or con
continue
vigilie, mortificazioni ed
astinenze, l'affligeva nel corpo, ed
or suscitava liti, e questioni,
impedimenti ed ostacoli, ed altri infiniti malori per contro il Santo. Ma egli
tutto umile, e paciente, soffriva
ogni cosa per l'amore di Dio, e zelante qual altro Elia predica
va la fede di Gesucristo, e il suo
santo Evangelio, e che col suo prodigioso bastone, che sempre in mano
teneva, qual altro Moise, a
(gloria) di Dio, operava portenti, e
miracoli, per li quali molti credettero in Gesu cristo ed
abbracciarono la fede Cristiana.
Era allora la Sicilia posseduta e
governata da Greci Idolatri in
molte parti e città soggetti al
Romano Imperio, allora in quei... secoli, e poi doppo come dicono
alcuni del ottavo secolo furono destrutti
i Greci, e subentrarono i Saracini. Ma quando venne il Santo pellegrino in Triocula, non erano
propriamente Saracini, ma
Greci Idolatri ed infideli, e quando
dico in questa istoria che Trio(cula era hab)itata da Saracini,
sento dire essere di questa nazio... Idolatra, e Saracina, cioè senza
lume e senza fede.
C. 3v:
Da Capo bianco ove si dice essere
stata la piccola Cartagine, e
che ivi avesse sbarcato il nostro S.
Pellegrino, di rimpetto a quella, quasi a sedici miglia in circa
di distanza, vi e la Terra di Caltabellotta, dove un tempo era la
vasta Città di Triocula, a lato di
cui dalla parte di Oriente e mezzo giorno vi sono due monticelli chiamati Xghjagliari, et Hargione che
vogliono dire, presidio, e
guardiola.
Sopra più distanti, vi e un altra
montagna grande di pietra massiccia chiamata Ghuaguaia, che voi dire
fortezza; collaterale a questa
in mezzo vi è un pizzone alto e
grande, che sin'oggi si chiama
castello ove si ascende per mezzo d'una
porta, sca(la?) di pietra, e di
fabriche antichissime. In fine poi dalla parte
di occidente vi è un alto pizzone
o sia collina chiamata Xghulega che
voi dire montauro, che dalla rupe e caverne di questo (monte?)
usciva e si nascondeva il Serpe
devoratore; e poi discacciato da Pellegrino
e subissato per sempre.
Era allora habbitata la città di
Triocula da perfida genti Saraceni
idolatri e per divino castigo di Dio
erano vessati da un orribile
Dragone, che
giornalmente usciva dalla Caverna di
quel monte, facendo stragge e vendetta a chi per accaso incontrava,
... piena fronte g... fece gran
danni, e
li animali e bestiame, e col tempo
inoltratosi vicino alla Città si
diede in
(p)reda degli uomini habbitanti,
cibbandosi delle loro carni, con
spavento, confusione, ed orrore di quei miseri, e
disgraziati Cittadini. Non sapevano
i meschini trovar modi ed arte a poterlo
abbattere e destrudere: fatto
Consilio
(il) Prefetto, Governadore, e
Magistrato di quella Città,
divennero d'inbus(so)larsi con polise tutti i
fanciulli si di uomini che di
femine, e chi a sorte nel
giorno usciva la polisa, si andava a
dare in cibbo quel misero parvoletto
(all')insaziabile Dragone, il quale
con urli spaventose faceva ribombare
quel
(a)ria, e quei confini, riempendoli
di spavento, e confusione: e cosi
rachietavano l'insaziabile fame di quel
maligno Serpe; non accorgendosi quei
miseri, che col decorso de tempi
doveva farne preda di tutti, e
distruder(li) anche con tutti gl'altri
babitanti in Sicilia. Ma mosso poi a
pietà il
misericordioso Dio di quella gente
anch Idolatra, a riguardo di quei innocenti Bambini, ispirò all'Apostolo
Pietro di mandare in Sicilia quel
gran Campione e valoroso pellegrino,
per abbattere, vincere, e destrude(re)
la perfidia del Paganesimo; sprofondare l'iniquo Serpe; e piantare la vera fede di Gesu cristo
signore e redentore nostro; che si
dice
essere stato al anno quaranta, doppo
la morte di Gesu cristo.
C. 4v:
Mentre ardeva di desiderio nel suo
cuore il buon vecchio Pellegrino per
andare con premura alla città di Triocula, fattone consapevole a suoi
compagni, e ad altri suoi affezzionati, ci domandò licenza, e
postosi in barca, venne a
sbarcarsi nella spiaggia di verdura,
da dove per giungere
in Triocula, vi era la distanza
circa a dodeci miglia di via.
Fra tanto confidando nella divina
clemenza, e bontà di Dio si pose in
camino, ed appoggiatosi al suo bastone, che in mano teneva, alla peduna si partì per
quella città. Nel mezzo quasi del camino il Santo Vecchio si
vidde accompagnare da un
bellissimo Giovane il quale
facendoci di guida, venne a pernottare vicino ad una mandra di pecori,
che alcuni dicono essere
stato nel feudo del pioppo, ove quei
indiscreti ed infidi pecoraj non volsero accoglerlo, anzi
facendoci de mali tratti cercarono di farlo mangiare da i cani;
ma il Santo Pellegrino con
somma pacienza offeriva ogni cosa al
Signore, e stiede tutta
quella notte in continua orazione.
Fattosi giorno intraprese Pellegrino
il suo camino verso la città, e non
volse andare dalle parti di abbasso, da dove li veniva più vicino; ma
volse andare dalle parti di alto, per entrare vicino al monte Xghulegha dove
era il covile del maligno e
diabolico Serpe. Era ivi vicino alla città un folto bosco, dove giunto
il Pellegrino stracco e lasso dal viaggio si pose a sedere per riposarsi e pigliare un puoco
di respiro, nel mentre sopragiunti alcuni ragazzi indomiti e senza fede
istigati dal Demonio invidioso, che fremeva contro il suo rivale, fece
che quelli avventandosi contro il pellegrino, come e solito di alcuni maligni giovinotti, incominciarono a
maltrattarlo ed inciuriarlo, e
con pietre, e con verghe gli diediro
dei colpi; ma il Santo surridendo con pacienza
gli diede luogo, ed alzatosi con gran modestia e mansueudine, uniforinato al
divino volere, entrò nella
vasta città di Triocula.
C. 5v:
Entrato che fu il buon Vecchio e
Santo Pellegrino nella
Città di Triocula a lui destinata,
stracco dal camino, e carico dagl'anni, pervenne alla fine
in quel luogo dove accadde un certo
giorno questo deplorabile infortunio ad un picciolo fanciullo, unico sollievo della madre,
la quale unicamente amavalo.
A questa innanti che il figlio fosse
buttato per essere devorato da
quell'insaziabile Dragone gli
avvenne un gran prodigio. Haveva
domandato da essa allora quando
entrò la nominata Città Pellegrino la limosina a nome di Gesucristo,
perchè mendicava di porta in
porta il vitto, quale per amore di
Dio procacciavasi la pietà e divozione di quella ancor che non
s'avesse trovato del pane per
soccorrere e sovvenire la necessità
di Pellegrino, la spinse frettolosa a portarsi ad una vicina per prestarselo.
Questa però benche abondatissimamente n'avesse, sentendo che
dovea darlo al Pellegrino, disse di
non averne, autenticando la negativa
con un falso giuramento: per
onde vuoto dell'elemosina, fu
licenziato e se ne andò Pellegrino.
Dopo poco intervallo di tempo la
spergiura femina ritornò al luogo dove riposava il pane, e quel
medemo quale d'averne haveva con
falso giuramento negato, lo ritrova
cambiato in durissimi sassi, ancor che ritenessero la forma di
pane.
Altri per antica tradizione dicono,
che Pellegrino chiese un puoco
di pane per elemosina allor che
entrò la Città, non da quella medesima donna a cui doppo giorni ci
aveva liberato il figlio dalla morte del Dragone; ma che fosse stata
un altra donna la quale haveva fatto il pane in quel giorno, e
lo riteneva nel forno per cuocirlo,
e nell'atto stesso che stava per
sfornarlo ed uscirlo fuori, intese
bussare la porta, dove andata la
donna trovò il Pellegrino, tutto
umile e mansueto, gli domandò un
pezzetto di pane per carità, e
ne la pregava a nome di Dio a
farcene l'elemosina, quella gli fece
la negativa di non averne: ma
importuno il Vecchio disseli di averlo nel forno, che stava per uscirlo,
che gli dasse un pezzetto, che il
suo
Dio ce l'avrebbe rimunerato; ciò
sentendo la donna, disseli che Dio
e Dio, anda vecchio insensato che io
non ho pane da darti, e così sbacattatolo tra puoche parole, li
chiuse la porta in faccia e frettolosa
se ne andò al forno. Allora il Santo Vecchio avutane la negativa, senza nulla conturbarsi alzò
gl occhi al cielo, uniformato
al divino volere, se ne andò
altrove.
C. 6v:
Ritornata che fu al forno l'iniqua
femina, chiamò la serva per
sfornarne il pane che ivi racchiuso
era per cuocersi. Allora la
Serva con altri di casa, aperta la
bocca del forno, in luogo di uscire
calore da quello, viddero uscire
umido e freddo; non sapendo che ne
sia
la caggione, prese la pala, e
stendendola nel forno per tirarne un
pane, stentò a sormentarlo sopra per
essere assai ponderoso, onde
steso lo braccio dentro al forno, ne
trasse uno fuori e lo vidde in durissimo
sasso, così tirati tutti gl'altri si trovarono convertiti in perfettissime giache. Osservato il
prodigio, e grandissimamente confusa
ed atterrita la misera donna,
conobbe essere questo castigo della
fal
sa attestazione a Dio fatta, e per i
disprezzi e negativa fatta al limosinante Pellegrino; tutti della casa
storditi e maravigliati del fatto,
incominciarono a gridare, quanto
che, correndo tutti i convicini s'empì la casa di molti genti stupidi
ed ammirati dell'occorso.
D'un subito la donna portandosi di
casa in casa nella città, mostrava
il pane fatto sasso con tutti i
segni e fissure fatti di coltello, e
di busa; meravigliandosi tutti, e la
causa del miracolo pubblicamente manifestava.
Or tanto il primo, quanto questo
secondo fatto che si racconta del
pane convertito in duri sassi, sono
d'opinione taluni che fosse successi ambidue tra un giorno in
diversi parti della città, e che
fossero stati fatti due volte questo
miracolo dal Santo Pellegrino. Masia
come si voglia; si vedono sino al giorno d'oggi, che s'espongono alla venerazione de fedeli qui in
Caltabellotta al nobile Santuario
di detto Santo in giorni festivi,
quattro di detti pani con ammirazione anche di forastieri, che vi
concorrono. Anche nella felice Città
di Palermo ve ne sono altri quattro che si tengono in venerazione dei fornari li quali tengono
per protettore del loro impiego questo Santo Vescovo
Pellegrino.
Fu bastante motivo questa
trasmutazione di pane in pietra, con
altri portenti operati dal Santo
Vecchio, di convertire tutta quella gente Idolatra alla fede di
Gesucristo; e fu tutta disposizione di Dio, di servirsi per questo
mezzo e chiamare quella gente
Pagana ed Idolatra al grembio di
Santa chiesa, e di avere più
credito il Santo Pellegrino nelle
sue Apostolice predicazioni, che
poi fece a quel Popolo Triocolitano.
C. 7v:
Si promulgò quasi per tutta la Città
di Triocula, il portentoso successo del pane convertito in
duri sassi operato da un scalzo, e malacconcio Pellegrino
mendicante, in persona d'una indiscreta
e bugiarda donna; e correndo a folla per curiosità ogni ceto di persona veniva a vedere quel
pane, e se ne tornava stupida
e maravigliata del fatto. Ne giunse
la notizia ad aures del Prefetto e Governadore della città, e
di altri Ministri e grandi della
Corte; informatisi chi fosse quella
donna di cui era il pane, la feciro chiamare con detto pane alla
loro presenza, dove giunta quella donna assieme con la sua serva,
gli mostraro alla presenza di
quel consesso il pane in pietra, ed
in ammirarlo, restarono stupidi
e quasi fuori di se, e non sapendo a
ch'attribuirlo, chi diceva essere
maggia, chi diceva essere miraculo
stupendo, chi diceva essere opera
delli suoi Dei, e chi diceva una
cosa, e ch'un altra, alla fine
rispose il
Prefetto, e domandò alla donna come
fu la cosa, quella rispose; Sappij o signore che io domentre stava
al forno per uscire il pane, intesi
battere la mia porta, che teneva
chiusa, andai ad aprirla, e trovai
un venerando vecchio, scalzo, con
abbito lungo ruvido, e rapizzato, con un bastone alla mano, mi
chiedette del pane, ed io negandoli
di averne, egli mi disse, che io
stava d'uscirlo dal forno, e
pregando
mi instantemente a nome del suo Dio
di farcene la carità; io in colira ed intrepida, li disse, che Dio e
Dio, anda vecchio insensato, e chiusoci
la porta in faccia, andai al forno, e trovai tutto il pane convertito in duro sasso, come già stai
vedendo. Rispose il Prefetto: Ahi
questa non è maggia, ne altro come
voi sinistramente pensate: quest'e un gran Vuomo; olà ministri
andiate a cercare il Pellegrino
e in trovarlo portatilo alla mia
presenza. Allora i ministri e
Satelliti andarono frettolosi a
cercarlo, girando tutta la Città, e
per quanto feciro di diligenza non
pottero ritrovarlo, e credendosi di già esserne andato altrove,
e quietandosi tutti se ne stavano
spenserati. E la donna con la sua
serva si ritirarono in sua Casa, che
non mancò già mai a farne riclamore
diceva male del Pellegrino facendo vive istanze di tribunale
in tribunale, ne voleva
tutto il disimpegno e la vendetta.
C. 8v:
Arrivato il stabilito giorno nel
quale doveva esser fatto cibo della bestia inumana, il meschino
fanciullo, che per disgrazia la
polisa
era sortita per il figlio unico di
quella madre che nel giorno scorso,
come
dicono alcuni, il Santo chiesta
l'aveva d'un può di pane per l'amor
di Dio:
quel mostro infernale haveva già
uscito dalla tenebrosa stanza tutto
pavoneggiandosi, gonfio d'alterigia, e dominio, con le pupille che
vibravano minaccie e spavento, con la voraginosa bocca aperta arsiccia
di sangue, e famelica di carne umana, con
l'irsute squame, con l'inviticchiata
coda, e con il superbo andare, si portava al determinato luogo dove soleva sodisfare l'insaziabile fame, ed
estinguere l'ardente sete di carne e
sangue di Bambini innocenti: già
secondo il costume, e per dir meglio
secondo l'abuso, gli ministri
esequitori di una tale crudeltà,
avendo con
violenza strappato l'amato pegno dal
seno materno, lo minavano con
finte carezze per consegnarlo nella
branche di morte si orrenda, qual era l'essere devorato
vivo. Or pensate voi i gridi e gemiti ne quali allor proruppe l'afflitta genitrice
nel vedersi strappata l'unica
pupilla
dell'occhi suoi, e la dilettissima e
singolare alma del seno il
Parvoletto,
che alcuni dicono esser stato di
anni tre, e con quali singulti e
lagrime scongiurava li suoi Dei, che non
potevano darli mai agiuto: cosa
competente alla tenerezza delle
viscere di madre, e madre di unico
figlio.
Quando fra questo mentre quei crudi
ministri stavano per partirsi, e
portare il fanciullo tutti ripieni di timore e spavento per non vedere la bruttezza ed agilità feroce
di quel Dragone; ecco l'agiuto
di Dio pronto a chi veramente di
cuore il pretende; Se li presenta
il Venerabile Vecchio e Santo
Pellegrino col suo bastone nella
destra, giunce innanzi della
afflitta donna piangente e mesta, e con animo generoso gli disse: Non temere o
donna: credi nel mio Dio, che il
tutto può ed e onnipotente creatore
del cielo e della terra, e vedrai
oggi a suo nome, destruttto il serpe
e liberato il tuo figlio, e se David
con una pietra abbattè e vinse il
Gigante Goliat, Io col mio bastone
conculcherò e vincerò l'inferno; e poi fattosi in mezzo a quei ministri gli disse: di grazia, e date
a me questo fanciullo che lo portirò
e lo daro a devorare a quel Dragone.
Quei allora contenti ci consegnarono il Parvoletto nelle mani,
e fra di loro guardandosi l'un
l'altro dicevano: chi è mai costui?
cosi ardito e curagioso: forse e
quel Pellegrino che jeri con suoi
incanti fece convertire il pane in
in vivi sassi: vedremo a che giovirà
oggi la sua maggia. Allora il Par-
voletto vedendosi diviso dalla Madre
piangente e confuso non potevano achietarlo da i singulti e
gridi che faceva: Ma il Santo
Vecchio
dandoci d'animo e speranza gli
disse: Deh taci o anima innocente
che oggi vedrai la portentosa mano
di Dio quanto potrà in tua
difesa, e di questo popolo
indiscredente, e senza fede.