La
pastorizia in Sicilia e a Caltabellotta in particolare č
importante sin dalla Preistoria. Il poeta greco Omero
nel IX libro dell’Odissea ci dā uno spaccato di vita
bucolica in Sicilia, dove il girovago Ulisse approda e
incontra il ciclope Polifemo che pascola le mandrie del
Sole. Ci narra che Polifemo e i suoi compagni sono
intendi in una grotta alla mungitura del latte dalle
pecore. E con minuziositā ci descrive gli ovėli delle
pecore, i recinti per gli agnelli e i capretti,
l'allattamento, i secchi colmi di latte e di siero la
realizzazione del formaggio in forme rotonde: si
riferiva proprio al formaggio pecorino. Ma l'Odissea č
mitologia ambientata nel XIII secolo a.C. , 5 secoli
prima in cui il poeta cieco Omero scrisse questo poema,
epoca in cui in Sikānia/Sikelėa oggi Sicilia, vivevano i
Sikāni che ebbero nel territorio del Krātas di
Caltabellotta una loro epopea. E qui le tradizioni orali
ci raccontano di Kōkalos, re pastore di Ėnikon e della
roccaforte Kāmikos che assieme alla sua gente pascolava
in queste vallate suonando il flauto di canne (il
siciliano friscalettu), a Pūhan (il Pan greco),
protettore dei pascoli, che guidava il Sole, nel suo
corso attraverso il Cielo, come guardiano di greggi e di
armenti e incantava e attraeva i viandanti. A
Caltabellotta da sempre la vita del pastore č dettata
dal Sole nello scorrere delle stagioni. Si alza prima
dell'alba e inizia la mungitura di decine e decine,
spesso centinaia di pecore, capre e mucche; quindi porta
il latte al marcato, oggi si chiama caseificio, e lė fa
Il formaggio e la ricotta. Finito questo lavoro, va col
gregge al pascolo: col bel tempo, col gelo, col vento,
con la pioggia, col caldo torrido, con l'umiditā, con
l'afa, per Natale, per Pasqua, per Ferragosto, per tutte
le feste religiose e laiche e persino per i compleanni.
Durante il pascolo, aiutato dai cani, sta in continuo
movimento con gli animali e percorrono insieme decine di
km al giorno, da una contrada all'altra per variegare i
pascoli. Fino a sera, al tramonto del Sole, quando
ritorna all’ovile (a la mannira) per la seconda
mungitura. Il pastore conosce tutte le sue pecore, le
sue capre, le sue mucche, una per una, e conosce anche i
pascoli e le erbe di cui si nutrono che sceglie
transumando di stagione in stagione. Decide quali
agnelli, capretti e vitelli macellare e quali allevare;
seleziona i migliori montoni (crasti), becchi e tauri
per la monta delle femmine che dovranno essere feconda.
A Caltabellotta possiamo vedere ancora recinti di Epoca
Preistorica, pecore, greggi e armenti pascolare come
secoli, come migliaia di anni fa, e i pastori che
mungono e fanno formaggio e ricotta come Cōcalo, re
pastore di Inico/Camico e dei Sicani. |