Viene
di seguito pubblicata la lettera fatta pervenire dai
Consiglieri Comunali del Gruppo Consigliare
"L'Alternativa" Federico Sala, Beatrice Caruso,
Rosalinda Tornetta, Mario Abbruzzo e Maria
Castrogiovanni riguardo la chiusura del Centro
Servizi Sociali "A. Rizzuti - Caruso":
* * *
Così, in un silenzio
assordante un pezzo vitale della nostra amata
Caltabellotta, muore. Ebbene sì, il 31 Maggio rimarrà
negli annali come il giorno in cui è cessato il servizio
di assistenza e cura agli anziani dell'Ipab di
Caltabellotta. Nel silenzio, gli anziani e i loro
familiari hanno dovuto cercare una sistemazione di
ripiego; molti lasciando malvolentieri una struttura e
quel personale che nel tempo li ha coccolati, curati e
assistiti con dedizione e buone maniere.
Si stringe un nodo alla gola per quanto anziani e
dipendenti stanno vivendo. Ore di incertezze e dubbi sul
proprio futuro.
Nelle ultime settimane c'è stato l'infame tentativo di
scaricare le colpe della irreversibilità della
situazione sui dipendenti e soprattutto su chi ha
presentato ingiunzioni per ottenere ciò che gli spetta e
per preservare un proprio diritto.
Verrebbe da dire, oltre il danno la beffa: ritenuti
“colpevoli” della definitiva cessazione del servizio
come se non bastasse aver lavorato per più di trenta
mesi senza ricevere alcun corrispettivo, se non di tanto
in tanto qualche acconto.
Ammettiamolo, hanno avuto una gran forza nel continuare
a lavorare, nel continuare ad offrire un servizio di
qualità, senza far mancare nulla agli anziani.
Dipendenti forse spesso divisi su metodi e modi ma
sempre guidati dall'obiettivo di mantenere viva una
struttura importantissima per il tessuto sociale
cittadino.
Purtroppo abbiamo la sensazione che sia i cittadini
caltabellottesi che l'Amministrazione comunale non si
rendano conto delle conseguenze negative che comporterà
nel breve periodo, la chiusura di una struttura, che ha
dato lavoro a molti compaesani.
Diminuirà il reddito medio speso sul nostro territorio,
crollerà l'indotto economico che questa struttura
alimentava e un numero considerevole di nostri
concittadini saranno costretti a lasciare il nostro
paese, generando una spirale negativa che influenzerà
tutta la cittadinanza e tutto il territorio.
Quindi è bene sottolineare che la chiusura della casa di
riposo è una perdita per tutti e non solo per alcuni.
Ognuno si carichi le proprie responsabilità.
Dalla politica regionale cieca o direttamente
interessata all'ambizioso obiettivo di eliminare
l'assistenza pubblica senza se e senza ma, per favorire
le già note cooperative sociali private, senza
permettere alle Ipab di avviare processi di
privatizzazione, di essere competitive sul mercato e
costringendole inevitabilmente alla chiusura.
La politica locale che nel corso degli anni ha
utilizzato la Casa di riposo, in maniera clientelare,
come bacino di voti per le propria rielezione.
Oggi purtroppo il rimbalzo di responsabilità è a dir
poco scandaloso; sicuramente sarebbe più opportuno,
giusto e rispettoso dire come stanno le cose, dire la
verità.
Sebbene a questa Amministrazione non è direttamente
imputabile il lungo periodo di crisi
economica/finanziaria e il mal governo dell' Ipab degli
ultimi trent'anni, è pur sempre corresponsabile della
sua odierna inattività, e ciò perchè questa non ha visto
l'Ipab come una possibile risorsa ma come una palla al
piede, un problema da nascondere più che da trattare e
da risolvere. Proprio nulla è stato fatto per invertire
una tendenza che inesorabilmente ci ha portati a questo
punto.
Ebbene oggi il Sindaco non può cavarsela sostenendo che
lui ha fatto di tutto per mantenere in vita la casa di
riposo, soprattutto quando questo “tutto” corrisponde
solamente con la semplice nomina di un Consiglio di
Amministrazione.
In questi ultimi tre anni, non è stata portata avanti
alcuna azione forte nei confronti della Regione
Siciliana, non c'è stato il tentativo di formare una
cordata con gli altri Sindaci interessati dal problema,
per imbastire una trattativa con gli Assessori regionali
che si sono avvicendati e con i componenti dell'Ars. Ci
si vanta da tre anni di essere riusciti, dopo qualche
anno di commissariamento, a nominare un CdA, riuscendo a
tagliare i costi per le indennità dei commissari,
peccato che ancora oggi non si conosce nulla sull'azione
di quel consiglio, peccato che nessun elemento di novità
o risultato sia stato raggiunto, peccato che quel
consiglio decadde sotto i colpi di dimissioni volontarie
da parte degli stessi componenti.
Un'esperienza amministrativa rimasta nell'ombra di cui
nessuno ricorderà nulla.
Signor Sindaco, lei non sarà responsabile della crisi
economica delle Ipab, non sarà responsabile dello
sfacelo politico che ha causato il fallimento delle Ipab,
ma sicuramente, la sua sindacatura sarà ricordata anche
per la definitiva cessazione dell'attività della
struttura più importante del paese che amministra. A
nostro avviso avrebbe dovuto e potuto fare molto di più,
avrebbe dovuto impegnarsi anima e corpo per trovare,
analizzare, vagliare e percorrere ogni via di uscita,
avrebbe dovuto mostrare vicinanza e non ostilità ai
dipendenti e alle loro difficoltà.
Si possono fare tanti discorsi ma di certo non ci si può
ritenere immuni da colpe soprattutto: se si ha la
competenza di nominare i consigli di amministrazione di
un ente, se il Comune è convenzionato e ha mantenuto un
numero consistente di anziani all'interno della
struttura, partecipando in maniera considerevole anche
dal punto di vista economico al bilancio della
struttura, se questa Amministrazione non ha collaborato
per permettere l'arrivo dei richiedenti asilo,
situazione che avrebbe alleviato le condizioni dell'ente
e se ha fatto ben poco per assecondare le richieste del
Commissario sul ritiro delle ingiunzioni.
Non ci si può sottrarre sempre alle proprie
responsabilità.
Riteniamo, inoltre, irrispettoso e scorretto che il
commissario dell'Ipab possa permettersi di praticare la
cessazione del servizio, inviando un semplice avviso ai
parenti degli assistiti, senza aver previamente
informato i dipendenti, i rappresentanti sindacali,
Amministrazione comunale e anche il Consiglio comunale.
Sarebbe stato opportuno prima di effettuare un passo del
genere, far conoscere i bilanci, l'ammontare del debito,
la stima del patrimonio.
Legittimo ma non opportuno, visti gli incontri
organizzati in precedenza.
Si ha la sensazione di un’accelerazione improvvisa,
tendenzialmente orientata aprioristicamente ad una
veloce chiusura per dare spazio al nuovo, cioè al
privato.
Da tanti giorni, anzi da mesi, i lavoratori attendono un
incontro chiarificatore con il Commissario, che
purtroppo impartisce ordini via circolari e lettere,
senza però presentarsi.
L'ultima novità di oggi è che l'Amministrazione dell'Ipab
ha emanato un avviso per l'acquisizione di
manifestazioni di interesse per l'affitto dei rami
d'azienda per lo svolgimento di attività commerciali,
alberghiere e sociali, senza però fornire indicazioni ad
anziani ancora presenti nella struttura, dipendenti a
tempo determinato e dipendenti a tempo indeterminato.
Quale sarà il loro futuro?
L'Ente pubblico sarà definitivamente estinto?
Queste le domande a cui il Commissario dovrà rispondere
a breve. |