A poco
piu’ di un trentennio dalla morte di Jean Dubuffet, (la
mostra Bi-Personale di Accursio Truncali assieme al suo
amico pittore Tommaso Serra, che si accinge a rendere
fruibile fra pochi mesi ai Cantieri Culturali alla Zisa
di Palermo, a cura di Nicolo’ D’Alessandro. Organizzata
e voluta dall’Associazione Culturale “GEOMETRICA” di
Palermo, e con il Patrocinio dell’Assessorato alla
Cultura del Comune di Palermo), ne rende omaggio.
L’artista Accursio Truncali con le sue ultime opere,
sembra riportarci completamente dentro quella che, dalla
fine del secondo conflitto mondiale,venne denominata Art
Brut, cioè a dire arte grezza, libera, non adulterata
dalla cultura e, perciò, spontanea. Dubuffet ha cercato
a lungo questo tipo di elaborazioni, perfino negli
ospedali psichiatrici e nelle opere medianiche,
riuscendo a mettere insieme una collezione unica al
mondo, collezionando opere che erano eseguite da persone
che non avevano alcun interesse ad esporre o vendere i
propri lavori, da individui che si erano rifugiate
nell’arte “per proteggersi dalla vita. Accursio sembra
una di queste persone, uno di questi artisti particolari
e sensibili, istintivi, onirici direi, capaci di
estraniarsi dal mondo e dalla cultura che hanno
assimilata. A mio modesto parere egli, che sforna opere
con cadenzaa dir poco impressionante, può essere
annoverato di diritto fra i più genuini rappresentanti
dell’Art Brut, un sognatore alla ricerca di quel
qualcosa che può annidarsi solo nei meandri della nostra
psiche, nelle parti più reconditi, inesplorate e
incomprese, dove domina l’inconscio. Otages è un titolo
appropriato che ben si addice alla filosofia di questo
genere di arte, perché possiamo dire che tutti siamo
ostaggi: della famiglia, dell’istruzione, del luogo di
nascita, della religione, dell’economia, dello spazio e
del tempo…, categorie che violano, chi più chi meno, le
tre “S” che contraddistinguono l’Art Brut e che
significano segreto, silenzio e solitudine.I soggetti
trattati dal nostro artista nei suoi collages/pitture/assemblages
sono per lo più figure parzialmente antropomorfe, a
volte evanescenti, deformi; che, sembra, stentino ad
affermarsi, che possono esprimere paura, dolore,
sofferenza;altri possono essere maschere e mostri della
nostra realtà è duplicità, poiché sappiamo che in ogni
persona alberga il bene e il male, così come il caldo si
contrappone al freddo, il giorno alla notte, la gioia al
dolore,la veglia al sonno, la vita alla morte. |