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a cura di
Cosimo Tamburello |
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Tra i
compiti istituzionali dei sindaci, delle giunte e dei
consigli comunali c’è anche quello di adottare norme
statutarie e regolamentari che permettono ai comuni un modo
di amministrare che li qualifica e li distingue. Nell’ambito
di tale attività, nella seduta consiliare del 25/09/09, è
stata approvata la modifica dello Statuto che prevede per il
nostro Comune 4 assessori invece di 3 come, secondo me,
sarebbe stato legittimo e opportuno.
Approvata la modifica, a completamento delle dettagliate
osservazioni e di due precedenti lettere aperte, ritengo
doverose delle riflessioni sul piano della forma e della
sostanza di ciò che è avvenuto a Palermo e a Caltabellotta.
La suddetta modifica dello Statuto deriva da una legge
regionale, la n. 22 del 16-12-2008 che, per contenere la
spesa pubblica negli enti locali, all’art. 1, stabilisce:
“La giunta comunale e la giunta della provincia regionale
sono composte rispettivamente dal sindaco e dal presidente
della provincia…e da un numero di assessori stabilito in
modo aritmetico che non deve essere superiore al 20 per
cento dei componenti dell’organo elettivo di riferimento (n.
d. r., il consiglio comunale e il consiglio provinciale).
Nei comuni con popolazioni fino a 10.000 abitanti il numero
degli assessori non può comunque essere superiore a
quattro.”
Evidenti l’ incongruenza e la disparità dell’articolo nella
sua applicazione. Vediamole.
a) In base alla prima parte dell’articolo, a Caltabellotta
gli assessori non possono essere più di tre ( 20/100 di 15
consiglieri = 3), per la seconda parte potrebbero essere
anche quattro, essendo i nostri abitanti inferiori a 10.000.
b) Chiara risulta la disparità tra comuni, per esempio, se
si confrontano comuni come Ribera con 20 consiglieri
comunali e quasi 20.000 abitanti, che non potrà avere più di
4 assessori, con comuni come Calamonaci con 12 consiglieri e
1.400 abitanti o Caltabellotta con 15 consiglieri e 4.070
abitanti che potrebbero averne 4 anche loro.
c) Paradossale è il quadro a livello regionale dove, su un
totale di 390 comuni, 268 di essi, con popolazione fino a
10.000 abitanti, potrebbero modificare i loro Statuti per 4
assessori a danno della spesa pubblica dei loro bilanci.
A Caltabellotta un tale capolavoro normativo della classe
dirigente politica regionale, per nostra grande fortuna, non
è andato sprecato grazie al sindaco, on. Pumilia, e alla sua
giunta precedente (presenti due ex sindaci) con la proposta
di quattro assessori contenuta nella delibera n. 30/2009,
che la maggioranza dei 2/3 dell’attuale consiglio ha votato
favorevolmente nella seduta consiliare del 25-09-2009.
Tra gli altri, hanno votato a favore della proposta ancora i
due ex sindaci, ora consiglieri, due ex vice-sindaci,
l’attuale e l’ex presidente del consiglio, e qualche
consigliere di lungo corso. Ha votato contro la minoranza
tranne un consigliere, dichiaratosi indipendente. Vista la
quantità e la qualità, si tratta di un risultato andato
oltre ogni più rosea previsione. Non mi piace la demagogia,
ma non vorrei che il quarto assessore, nell’arco dei cinque
anni, direttamente o indirettamente, faccia gola a più di un
consigliere, magari a turno.
Naturalmente le incongruenze e le disparità dell’art. 1
della legge 22/2008 e il mancato risparmio di 60.000 euro in
cinque anni per il quarto assessore, sono contenuti sia
nelle osservazioni che ho presentato, da consigliere, alla
delibera di giunta n. 30/2009, che proponeva quattro
assessori, sia in due lettere aperte al Sindaco, agli
Assessori, ai Consiglieri, da cittadino. Osservazioni e
lettere scritte prima dei vari passaggi consiliari per la
modifica.
Resosi conto della norma sbagliata, invece di rimediare con
la soluzione legittima, possibile e opportuna di tre
assessori, il Sindaco ha cercato di mettere una pezza alla
sua scelta dei 4 assessori con le 3 seguenti motivazioni.
1) Ha assicurato che ci saranno quattro assessori al costo
di tre.
Più che una proposta di modifica del nostro Statuto sembra
una “promozione da supermercato”.
A parte la facile battuta, al Sindaco e ai Consiglieri
favorevoli alla “promozione da supermercato” non può
sfuggire che tale “promozione” è un accordo in parola
impossibile da trascrivere nello Statuto e, come si sa, il
Sindaco, gli Assessori e i Consiglieri passano ma lo Statuto
resta. Quanta pochezza amministrativa! Legittimo che i
quattro assessori del prossimo mandato possano chiedere
l’indennità piena. Nessuno potrà negargliela come al Sindaco
che nel presente mandato riscuote, legittimamente,
l’indennità di carica a cui ha rinunciato nel precedente
mandato. Come si è potuto e/o voluto ignorare questo?
Di sicuro il quarto assessore non serve ad amministrare
meglio il nostro Comune e comporta un costo al nostro
bilancio di circa 60.000 euro, presente o futuro che sia.
2) Un assessore in più, il quarto, allarga gli spazi della
democrazia a Caltabellotta.
Il sindaco, tre assessori e quindici consiglieri comunali
non bastano ad assicurare la rappresentanza dei cittadini?
Questa volta, forse, il Sindaco ha ragione. Col quarto
assessore si allargano gli spazi per recuperare gli accordi
elettorali e i già precari equilibri attuali e, chissà,
quelli futuri. Anche questa è democrazia. Della spartizione.
3) Il quarto assessore è necessario per la presenza della
Frazione di S. Anna.
Altra chicca amministrativa: non c’è l’assessore della
Frazione, ma del Comune e della Frazione che poteva essere
benissimo uno dei tre, scelto a S. Anna. E i comuni con più
frazioni?
Per concludere
Quanta tristezza se penso al doveroso impegno nella
elaborazione dello Statuto e del Regolamento comunali e di
vari altri regolamenti, ai loro aggiornamenti e/o
integrazioni di cui sono stato onorato di farmi carico nel
tempo con confronti serrati, a volte anche aspri, tra i
consiglieri e/o con i funzionari, attenti e preoccupati,
tutti, di scrivere con onestà intellettuale e senso di
responsabilità norme chiare e certe, non ispirate da
promozioni da supermercato.
( Senza presunzione, in qualche caso, si è posto rimedio a
qualche pasticcio di leggi reg/li, come quello delle leggi
n. 25/2000 e n. 30/2000, in occasione della riduzione del
numero degli assessori da 6 a 5 nel 2001. E’ agli atti.)
Quanta tristezza nel vedere il Sindaco con la ex giunta e
l’attuale consiglio trasformare lo Statuto da strumento e
fine per la crescita del nostro Comune e delle nostre due
Comunità a mezzo estraneo ai veri interessi dei cittadini.
Come spesso accade, la forza dei numeri è prevalsa sulle
ragioni del bene comune. Tanto, di fatto, nessun organo
superiore controllerà eventuali passaggi illegittimi
segnalati, … e “Cu veni appressu cunta li pidati. |