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SANTO PELLEGRINO COLPITO DAL MAL DI SICILIA
 

Anche l’attore milanese Fabio Mazzari è stato «colpito dal mal di Sicilia». La sua presenza nel "paese della Pace", appollaiato sulla roccia che si eleva a 980 metri sul livello del mare, quasi a lambire il cielo, gli è servita «a conoscere questo lembo di Sicilia occidentale che sconoscevo. Una sensazione bellissima, una terra incantata che trasmette forti suggestioni. Il mal si Sicilia mi ha contagiato». Fabio Mazzari è stato l’attore protagonista nella rappresentazione de "La leggenda de lo Santo Pellegrino", nei panni, appunto, dell’eremita giunto a Caltabellotta inviato da San Pietro per evangelizzare una terra in preda al paganesimo e alle ingordigie di un drago a cui venivano offerti in pasto bambini per ingraziarsi gli dei. Lo abbiamo intervistato alla fine della recitazione, accompagnata da uno straordinario consenso da parte di una platea che ha seguito con interesse la vita dell’eremita trascorsa in una grotta vicina alla punta massima del monte che caratterizza Caltabellotta, e dove sorge l’omonimo eremo in fase di restauro. Quale emozione ha avvertito nel recitare in uno scenario naturale e proprio sui luoghi dove visse il Santo? «Straordinaria. E poi…con quella luce reale e con la progressione del buio! Rispecchia fedelmente la storia del Santo che lotta contro il drago proprio al tramonto. C’è una dimensione straordinaria, che è arcaica, profonda e anche mistica. Stare qui, in mezzo a questa spianata tra le spighe del frumento raccolto, l’alone di mistero e con davanti un panorama celestiaco, suscita una forte emozione che scorre nelle vene profondamente». Una storia affascinante, coinvolgente, nella quale alla fine il bene trionfa sul male. Una controtendenza rispetto alle attualità contemporanee. «Sì. Una storia che narra le vicende dei primi martiri che vincono il male. San Pellegrino col bastone caccia il
drago, vince non con la forza fisica, ma con la dolcezza, bontà, tenerezza. Sono le armi con cui la Chiesa all’inizio vinceva». Caltabellotta intende ergersi a punto di riferimento di eventi culturali e artistici, lei crede in tale percorso? «Sì, indubbiamente. Già lo scorso natale ha offerto ottime manifestazioni natalizie. Caltabellotta è in linea con la trasformazione della Sicilia in un grande palcoscenico naturale. Siracusa, Agrigento, Gibellina, se anche Caltabellotta si inserisce nel filone dei grandi eventi, allora sì che può attrarre flussi di turismo».

 

* Tratto da "La Sicilia", articolo di F. Cardinale

 
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