Nell'ultima seduta del
13/07/07, col voto favorevole della maggioranza e
l'astensione dei due gruppi della minoranza il Consiglio
Comunale ha autorizzato la giunta municipale ad operare
la permuta di porzione dei beni immobili di proprietà
del Comune ( ex convento Cannine, ex macello, Collegio)
con l'Eremo di San Pellegrino risultante di proprietà
della Curia ma probabilmente anch'esso di proprietà
comunale (sono state fatte adeguate verifiche in
merito?) come i conventi di S. Agostino,dei Cappuccini,
del Collegio, della Badia. L'atto deliberativo di cui
sopra si è reso necessario in quanto due delibere
precedenti di permuta, riguardanti gli stessi beni, nel
tempo non erano state perfezionate: la prima, n° 92 del
13/04/1975, sindaco l'on. Pumilia, revocata da una
seconda, n°36 del 04/04/1984, sindaco il prof. Randazzo,
a sua volta mai attuata. Premesso che quando il Sindaco
comunicò al Consiglio il finanziamento del restauro
dell'Eremo congiuntamente al gruppo di maggioranza ci
siamo sinceramente compiaciuti, nel votare, invece,
l'atto del 13/07/07, cioè l'attuale permuta, ci siamo
astenuti davvero dispiaciuti esprimendo tutta la nostra
perplessità e invitando il Sindaco ed il Consiglio a
riflettere e valutare per chiarire ed eventualmente
rivedere con la Curia i termini dell'art.4 della permuta
proposta alla nostra approvazione che testualmente
recita: "il Comune si impegna a concedere a titolo
gratuito alla Curia Vescovile l'uso dell'immobile nel
periodo di settembre di ciascun anno per le attività
programmate dalla Curia stessa .".
Niente da dire, ci mancherebbe altro, sulla gratuità e
sulla opportunità che si svolgano a Caltabellotta
attività della Curia, ma come intendere l'impegno del
Comune a concedere l'Eremo nel periodo di settembre di
ogni anno? E' un vincolo che condiziona in assoluto
l'utilizzo dell'Eremo da parte del Comune,senza limiti
nel tempo anche se limitato nel corso dell'anno,
nonostante la proprietà? Perché non chiarire e
ridefinire l'impegno a concedere in termini di
disponibilità non vincolante? Così l'Eremo rischia di
diventare una multiproprietà di fatto anche se non lo è
di diritto. Abbiamo invitato l'amministrazione e il
Consiglio a valutare anche una delle condizioni previste
dalle due deiibere del 1975 e del 1984, poi non attuate,
e cioè la cessione alla Curia di quattro, cinque locali
lasciando la proprietà e la piena disponibilità della
parte restante dell'Eremo al Comune.
Non si dica che quell’art.4 non poteva (o non potrebbe)
essere meglio formulato o che non c'erano i tempi o che
non si poteva rischiare perché crediamo si offenda
l'intelligenza e la sensibilità di tutte le parti
interessate, Consiglio Comunale compreso. Dov'è finita
la buona volontà, qualità che a tutti i cristiani non
dovrebbe mancare?
Alla luce delle perplessità espresse in Consiglio,
abbiamo anche invitato il Sindaco a rappresentarle alla
Curia dando la nostra disponibilità. Non c'è stato
verso. Ci siamo trovati di fronte ad un atteggiamento di
inspiegabile chiusura che per qualche consigliere della
maggioranza è diventata accusa di ostruzionismo nei
nostri confronti.
Ci auguriamo che in futuro non sopravvengano problemi di
gestione, di fruibilità e di disponibilità, dovuti
all'impegno a concedere, considerato che l'Eremo, vero e
proprio faro nel Mediterraneo, ha anche tutte le
potenzialità per aspirare a diventare magnifica sede per
organizzazioni, fondazioni, associazioni umanitarie e
politiche nazionali e internazionali.
Infine una doverosa e serena annotazione informativa.
L'amministrazione che era a conoscenza dei termini della
permuta formulata dagli uffici, immaginiamo, su sua
indicazione concordata con la Curia, non ha ritenuto
opportuno informarcene preventivamente considerata la
portata dell'atto. Non solo, abbiamo avuto la
documentazione sulla permuta 5 giorni dopo la
convocazione del Consiglio e non il giorno stesso della
convocazione come previsto dal Regolamento. Non ce ne
stiamo lamentando né facciamo "cattivi pensieri" così
come non abbiamo sollevato problemi procedurali
riuscendo a confrontarci lo stesso e dare il nostro
contributo. Forse sarebbe ora di smetterla di chiedere
collaborazione o forse è opportuno conoscere significato
e senso del termine. Probabilmente per collaborazione si
intende voto favorevole soprattutto in situazioni di
difficoltà. Resta sempre il recupero di un bene simbolo
per Caltabellotta ma restano pure i rischi futuri sulla
sua disponibilità che ancora si possono chiarire ed
evitare.
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Cari Nicolo |
Segreto Paolo |
Tamburello Cosimo |
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