A tutto si può fare
l'abitudine, persino ai disastri quando gli eventi gli
assegnano una cadenza ricorrente o quando si fa strada
il senso d'impotenza dovuto alla mancata attuazione di
metodi di prevenzione o di soluzione.
Come ai terremoti, insomma, che se pure ipotizzabili,
allo stato attuale, sono imprevedibili ed ineluttabili.
Quando il degrado occupa la nostra quotidianità si
finisce per indossarlo come un abito comodo che non
sentiamo più di avere addosso.
Caltabellotta degrada le sue essenze strutturali:
invecchia inesorabilmente!
La popolazione si fa sempre più esigua e mediamente più
vecchia; le case si svuotano e mostrano i segni
dell'incuria e del tempo: tutto rischia di diventare
vecchio e finire senza riuscire a diventare e restare
antico. Neanche io, se pur immune dall'ottundimento
dell'abitudine che può colpirti quando il degrado
frequenta la tua quotidianità, dato che non risiedo
stabilmente in paese, ero riuscito a porre la giusta
attenzione e l'adeguata conseguente indignazione a
quanto mi ha "spiattellato" in faccia l'e-mail
contenente le foto di ciò che resta di Palazzo Scunda.
Così, da vice presidente della Pro-Loco, ho voluto
accompagnare lo "spiattellamento" di queste foto in
faccia a tutti voi con questa mia breve riflessione ed
annunciare, altresì, che farò parte attiva la nostra
Associazione perché provi a catalizzare l'attenzione al
problema e all'auspicabile soluzione che preservi e
salvi un tale importante "monumento" del nostro
splendido ma martoriato paese.
Con gli occhi un po' più aperti, un caro saluto
Leonardo Nicolosi |
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IMMAGINI
DAL PALAZZO SCUNDA
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