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Oltre alle
più famose torri d’avvistamento costiere che nel Cinquecento
circondarono tutta la Sicilia, esistevano e in molti casi
ancora esistono numerosissime torri interne, quasi sempre
collegate con le prime, a formare un unico sistema di
sicurezza in modo da potere trasmettere anche alle zone non
costiere eventuali segnali di pericolo. Ve n’erano ubicate
nelle vicinanze di tonnare, di caricatori di grano, di
trappeti, in punti preminenti all'interno dei feudi o a
ridosso di importanti vie di comunicazione.
A differenza della torre costiera, la torre interna era un
alto baluardo eretto in difesa della piccola topografia
territoriale sia per proteggere dagli attacchi esterni che
per proteggere lo stesso feudatario da rivolte interne e
come tale era alta e robusta ed aveva il compito di
sorvegliare la valle con la gente al lavoro; era, diremmo,
l'emblema del controllo dell'autorità costituita sul popolo.
Così la torre modifica la sua funzione prevalente per
assumere più specificamente il controllo del territorio e
facendosi garante del rispetto dei confini che essa stessa
istituisce.
La Torre di Vigna di Corte appartiene, per certi aspetti, a
questo secondo tipo; edificata in pieno medioevo, sorge al
limite fra il territorio di Sciacca e quello di
Caltabellotta nella contrada omonima, molto vicina
all’antica trazzera reggia che unisce i due centri urbani.
Dal toponimo, che dà il nome all'intera contrada, si evince
chiaramente che in quella località esistevano estesi vigneti
di proprietà reggia. La struttura turrita in oggetto è
omologabile ad una casa torre interna al feudo adibita ad
abitazione stagionale del signore.
Tempo fa qualche studioso avanzò l'ipotesi che la torre di
Vigna di Corte potesse essere di epoca federiciana, cioè del
XIII secolo, cosa difficilmente sostenibile in quanto il
sistema costruttivo sembrerebbe successivo.
Tenuto conto che la sua ubicazione è a poche centinaia di
metri dalla località Scunda luogo in cui, si dice, sia stata
firmata la Pace di Caltabellotta del 1302 ci sembra strano
che i condottieri di due eserciti contrapposti Federico III
di Sicilia e Carlo di Valois con i loro cavalieri al
seguito, si siano incontrati per trattare la pace “…in certe
capanne di bifolchi…”, come narrano le cronache dell’epoca,
se la stessa struttura turrita fosse stata già esistente.
La tradizione orale e recenti studi portati avanti da
studiosi di quel periodo storico sostengono che la Pace sia
stata firmata proprio in quel sito, (ma all'interno di
questa struttura ?) Sarebbe stato naturale che i due reali
contendenti fossero stati ospitati dal nobile del luogo e
proprietario della casa torre, che lo ricordiamo è a tre
elevazioni e con diverse stanze per piano, quasi un castello
e non una semplice torre di guardia.
Sul muro posteriore del monumento, ad un’altezza di cinque o
sei metri da terra, è inserita una piccola pietra di qualità
diversa da quelle della costruzione, su cui è scolpito lo
stemma della famiglia Luna. Questo farebbe presupporre che
la stessa sia appartenuta, almeno per un certo periodo, a
quella nobile famiglia che compare nelle cronache siciliane
verso la fine del XIV secolo, al tempo in cui la Sicilia era
governata dai quattro Vicari.
Il loro arrivo a Sciacca avvenne a seguito del matrimonio di
stato tra Martino, Duca di Montblanc con Maria Lopez Luna
celebrato nell’anno 1400; quindi ove i Luna fossero stati
gli edificatori della casa torre, questo sarebbe avvenuto
cento anni dopo la Pace dei Vespri.
Poi come spesso succede anche con le cose più preziose è
caduta in declino ed anche il suo utilizzo fu vario. Nel
secolo appena trascorso e fino ad una trentina di anni fa,
la Torre di Vigna di Corte era stata utilizzata come fienile
e a seguito di un incendio sia il tetto che i solai interni
erano crollati rovinosamente. Attualmente si trova in totale
stato di abbandono, in balia degli agenti atmosferici e
dell'incuria degli uomini.
A pianta rettangolare ed a tre elevazioni, la torre ha una
struttura almeno per la parte che investe i muri perimetrali
di base a forma rettangolare, mentre in verticale si
sviluppa su tre livelli differenziati. I primi due
costituiscono sicuramente l'impianto originario, mentre
l'ultima elevazione è chiaramente una sopraelevazione
successiva.
Il muro di spina che divide in due la casa torre, ha avuto
negli anni funzione di contrafforte, e probabilmente ne ha
impedito il crollo. Dal vano di accesso si diparte sulla
sinistra una scala in pietra, parzialmente crollata, che
portava ai piani superiori; una porta centrale nel muro di
spina divide il primo dal secondo vano del P.T. La struttura
di forma compatta, è sostenuta da quattro cantonali in conci
di pietra calcarea ben squadrati e giustapposti. I solai a
volta sono completamente crollati. La parete esterna
principale, rivolta a sud, è bucata e definita da conci di
pietra con architrave ad arco e da tre finestre nei vari
piani.
A destra del vano d'ingresso, un'ampia finestra di forma
rettangolare, anch'essa in conci di pietra squadrata, dà
luce al vano; quasi sicuramente sarà stata realizzata in
epoca successiva, poiché essendo bassa e di facile accesso
dall'esterno non si concilia con il grado di sicurezza, di
cui una struttura del genere aveva bisogno.
All'altezza della 2° elevazione, si può "leggere"
chiaramente una bifora, mancante della colonnina centrale,
sormontata da un archetto che scarica il peso del muro
soprastante sui rinfianchi. Un'altra bucatura dello stesso
tipo e allo stesso livello si trova sulla parete ovest.
Anche la terza elevazione è segnata da un'altra finestra ad
arco, in asse con la bifora e con la porta d'ingresso.
La parete nord è contraddistinta da tre finestre sempre ad
arco sulle tre elevazioni; quella del piano terra è di forma
rettangolare e disassata rispetto alle altre due, il che
lascia presagire che sia stata una manomissione successiva,
come quella sul lato opposto. E’ su questa parete che è
incastonato lo stemma della famiglia Luna.
Sulla parte orientale, quattro finestre ad arco
contraddistinguono la parete, mentre a piano terra si
possono notare alcune feritoie strombate verso l'esterno, ad
uso difensivo, dell'epoca delle armi da fuoco. Alla
struttura turrita è accostata alla sola altezza del piano
terra, un'altra costruzione parzialmente crollata che doveva
servire da ricovero per i cavalli. Anche la parete ovest è
contraddistinta dalla presenza di alcune aperture dello
stesso tipo delle altre, anche se tompagnate.
Dalla lettura complessiva del monumento è emerso chiaramente
che doveva trattarsi di una struttura turrita molto
elegante, ad uso stagionale del feudatario e della propria
famiglia.
La Torre di Vigna di Corte, che si può fare risalire fra la
fine dell'XIV e l'inizio del XV secolo, è una delle numerose
strutture monumentali di cui il territorio di Caltabellotta
è molto ricco. La stessa rappresenta uno splendido esempio
di antica architettura medioevale meritevole di essere
tutelata. Appartiene a quella categoria di edifici che,
nonostante le manomissioni subite nel corso dei secoli e le
alterazioni delle forme originarie, conserva ancora intatto
il fascino dell'antica architettura.
Visse i fasti e la decadenza di un’epoca a noi molto lontana
in un territorio in cui svariate vicende storiche si sono
avvicendate e sovrapposte lasciando ognuna un segno
indelebile del proprio passaggio, merita quindi di essere
inserita in un percorso turistico di questo territorio. |