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La Chiesa del Salvatore è
collocata ad Ovest del Piano della Matrice, in uno spazio
urbano fortemente qualificato e di eccezionale valore
paesaggistico, a pochi passi dall'ingresso del Castello
della Regina Sibilla (normanno), appartenuto alla famiglia
Luna, e detto comunemente Castello Nuovo per distinguerlo
dall'altro posto sul costone roccioso opposto, edificato in
epoca bizantina. Lo spiazzo confina a sud con l'antichissimo
quartiere Terravecchia, il più alto e antico della città.
L'importanza storica del luogo è confermata dalla presenza
di emergenze monumentali, che costituiscono esempi assai
rari della cultura normanna siciliana.
La severità dell'espressione linguistica e la completa
assenza
di qualsiasi intenzionalità decorativa rendono l'opera
davvero rara nel suo genere ed estranea al clima culturale
della Sicilia occidentale. Originariamente il manufatto era
inserito entro la cerchia muraria; oggi è libero da altri
fabbricati e occupa ormai uno spazio periferico rispetto
all'attuale centro cittadino. La Chiesa del Salvatore, dalla
sua fondazione ha subìto nei secoli diverse manomissioni;
proprio per la sua ubicazione a pochi passi dall'ingresso
dell'antico castello appartenuto alla famiglia Luna, sarà
stata utilizzata, con buona probabilità, come cappella ad
uso dei castellani. Dal punto di vista architettonico
possiamo dire che l'impianto originario, a navata unica a
pianta rettangolare, è realizzato con muratura di pietrame
informe e con tetto a capanna, privo di intonaco esterno.
La porta di accesso originaria, ancora visibile, era aperta
come di consueto nel lato ovest. Successivamente, in una
delle tante manomissioni è stato inserito il prezioso
portale di chiaro gusto Chiaramontano, lungo la fiancata
sud. La sua collocazione peraltro non è stata fatta a regola
d'arte, cosa evidenziata dalla cattiva sovrapposizione dei
conci. La stessa simmetria del portale non è perfetta, essa
risulta, infatti, sbilanciata verso destra e la stessa
muratura, utilizzata per la costruzione di una parte del
muro d'ambito su cui è stato inserito, è in conci isodomi
mentre il resto della costruzione è fatta di muratura di
pietrame informe.
L'ingresso originario (ad ovest) immetteva in un vestibolo
con soppalco ligneo atto a sorreggere il coro. L'interno è
un rifacimento barocco che, della originaria chiesa normanna
conserva oltre alla storia un'acquasantiera a pianta
ottagonale poggiante su una colonna granitica e poco altro.
La navata è coperta da volta a botte, con unghie di raccordo
sulle lunette del secondo ordine; è suddivisa in tre campate
da archi lievemente aggettanti che si dipartono dalle
paraste. Il pavimento è formato da mattonelle di ceramica
maiolicata con una colorazione che dà sull'azzurro. Nella
navata quattro affreschi, due per lato, raffigurano episodi
della vita del Salvatore; essi sono definiti da cornici
modanate in stucco. A causa dell'umidità pregressa le
immagini sono gravemente degradate, come pure il motivo del
falso balaustrato che compare sul parapetto del coro. La
semplice superficie interna delle pareti è interrotta da una
serie di paraste leggermente aggettanti che sostengono la
cornice marcapiano. Il presbiterio semi circolare,
leggermente rialzato è diviso dalla navata da una
ringhierina in ferro battuto.
Stucchi, cornici e paraste sono piuttosto lineari e scevri
da ogni eccessivo decorativismo. L'altare maggiore in
muratura e legno, dedicato a Cristo Risorto, è costellato da
puttini e figure sacre in stucco, di schietto gusto
popolare, ormai parzialmente crollato. Dietro l'altare una
porticina conduce all'attiguo oratorio, di ridotte
dimensioni, unico corpo edilizio che vi si affianca, a
pianta quadrata e copertura semicurvilinea che è stata la
sede della Confraternita del SS. Salvatore (Sarvaturara),
l'ultima sopravvissuta in attività a Caltabellotta. Tale con
fraternita sfilò con i suoi tradizionali costumi bianchi per
la festa di Pasqua fin verso la fine degli anni '50. Oltre a
due antiche torri di epoca normanna, la torre del Martorio e
la torre della Galofara, il quartiere era ricco, fino a poco
tempo fa, di preesistenze che testimoniavano l'utilizzazione
dell'area anche in epoca molto remota. La Chiesa è quasi
sempre chiusa, tranne che nei brevi periodi delle grandi
solennità religiose come la Pasqua e la tradizionale festa
della Madonna dei Miracoli e del SS. Crocifisso; in essa
sono custodite le tre statue processionali della Pasqua: il
Cristo Risorto, la Madonna e S. Michele Arcangelo, che viene
portato in spalla dai giovani del paese per quasi tutta la
notte di Pasqua ad annunciare la Resurrezione oltre che per
l' "Incontro". |