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Incerte
sono le notizie sulla fondazione di questo piccolo gioiello
di architettura rupestre, incastonata fra le rocce del
Kratas in una splendida posizione panoramica, nella parte
alta del centro urbano di Caltabellotta e ai margini di
un’importantissima zona archeologica ancora tutta da
studiare.
Si tratta di uno dei più antichi luoghi di culto cristiano
presenti in questo territorio. Vi si accede attraverso
gradini intagliati nella roccia. Nella rupe sottostante si
aprono una serie di antichi vani di grande interesse
archeologico ed è facilmente intuibile che tanto essi che la
chiesa dovessero far parte di un “unicum”, verosimilmente
bizantino, probabilmente monastico con religiosi quasi
certamente Basiliani.
Il posto è incantevole e si può raggiungere facilmente dalla
strada panoramica che si snoda a nord dell'abitato,
attraverso il passaggio naturale esistente nel complesso
roccioso che sovrasta il centro cittadino, comunemente
chiamato "malupirtusu" o, a piedi, percorrendo stradine del
centro storico.
La chiesetta è formata da due parti ben distinte: ovviamente
la più antica è la rupestre mentre la parte esterna, la
moderna, è contraddistinta dalla classica forma a capanna
con il piccolo campanile seicentesco, molto semplice e
ingentilito dalla vela campanaria dal disegno elegante.
Nel corso dei secoli la chiesa ha subìto diverse
manomissioni; fino alla metà del XIX secolo era arricchita
da una porta in stile gotico e dotata di un vestibolo.
Attualmente l'ingresso è caratterizzato da una porta, con
architrave arcuato in conci di pietra squadrata, sormontata
da una finestra di forma ottagonale.
La zona presbiteriale, aggiunta in età moderna, è separata
dall'unica aula a forma di ventaglio (tipico dei Basiliani)
mediante archi finti sorretti da due colonne monolitiche in
pietra. Nella parte centrale un moderno altare in pietra,
opera dello scultore Salvatore Rizzuti, inserito a seguito
dell’ultimo restauro (1998), si appoggia alla parete di
fondo dove è scavata una nicchia con statua della Pietà di
incerta fattura.
Sulla destra vi è la traccia di un affresco molto
deteriorato che raffigura l'effigie di San Cono con accanto
un incavo quadrato probabilmente utilizzato per la
conservazione di arredi sacri; a sinistra si legge nella
roccia il segno di un altare molto arcaico adorno di piccole
conche.
Sia la presenza di San Cono sia la parte scavata nella
roccia riportano tutto il complesso al periodo
paleocristiano e probabilmente bizantino, considerato che a
Caltabellotta a qualche centinaio di metri da qui vi è il
luogo, ove visse e morì S. Pellegrino e dove sicuramente
continuarono a vivere i suoi successori. |