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La Chiesa
dell’Itria sorge nel cuore del centro storico di
Caltabellotta e presumibilmente il suo primo impianto si può
far risale tra la fine del Cinquecento e la prima metà del
Seicento, in quanto trattasi di una costruzione aderente ai
canoni costruttivi dettati dal Concilio di Trento (1545 -
1563). Originariamente doveva essere dedicata alle Anime
Purganti, per come si evince dalle figure scolpite sul
medaglione lapideo posto sul frontale.
E’ molto probabile che la struttura abbia subito il crollo
della volta e sia caduta in disuso fino alla seconda metà
dell’Ottocento, quando è stata ristrutturata ad opera del
sacerdote caltabellottese don Giacomo Rizzuti.
Dall’esterno si presenta piuttosto imponente con il suo
prospetto cuspidato che svetta nel piccolo spiazzo
antistante. Pregevole il portale con quattro colonne
tortili, che sostengono altrettanti capitelli corinzi su cui
poggia un architrave sovrastato da due spirali e un
medaglione con al centro le immagini di un’anima purgante e
un serafino. Il portone ligneo, finemente scolpito, è opera
degli intagliatori locali Girolamo Campo e Giuseppe Nicolosi.
La vista di tutto l’insieme, racchiuso fra due imponenti
paraste, è particolarmente suggestiva.
All’interno delle cappelle vi sono posti S. Antonio da
Padova, l’Angelo Custode, l’Ecce Homo, S. Rita, il
Crocifisso, la Sacra Famiglia, il fonte battesimale; mentre
il gruppo scultoreo dei due vecchioni è sistemato sul lato
destro dell’abside di fonte all’organo.
Notevoli sono i dipinti su tela di forma circolare collocati
sull’abside e sulla volta raffiguranti gli apostoli. Al
centro della volta vi sono rappresentate invece
l’Annunciazione, il Matrimonio della Vergine e
l’Incoronazione di Maria mentre sull’altare maggiore è posta
l’Immacolata Concezione. Degni di attenzione sono gli
stucchi realizzati dall’abile artigiano Bernardo Sesta che
proprio durante la loro realizzazione perse la vita (1885),
a seguito di una caduta dall’impalcatura, e fu sepolto
dentro la cripta.
Nella Chiesa dell’Itria vengono svolte diverse
manifestazioni religiose, la più importante delle quali è la
festa dell’Immacolata, alla fine della quale viene bruciato
un pupazzo di paglia, ogni anno di foggia diversa,
raffigurante “lu diavulazzu”, tradizione plurisecolare che
probabilmente voleva essere un rito propiziatorio per una
buona annata agraria. Nella stessa chiesa vengono
festeggiati S. Antonio da Padova, l’Angelo Custode e
recentemente si è aggiunto il culto di S. Rita. |