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Considerazioni su Camico
Caro Leonardo, il fatto che Caltabellotta sia stata “sponsorizzata” da Julio Schubring nel lontano 1866, non è esaustivo per la risoluzione del problema dell’identificazione di Camico; infatti per il Griffo (“Ricerche intorno al sito di Camico (Camico è l’odierna Sant’Angelo Muxaro)”, Agrigento 1948), il fiume della Verdura, o di Caltabellotta, corrisponde all’Isburo di Vibio Sequestre e non al Camico, mentre la località si troverebbe ben al di là del “territorio politico di Agrigento (in cui Camico era compresa) in età classica”. Lo stesso V. Giustolisi in “Nakone ed Entella” afferma che Inico, l'antica capitale del regno sicano, secondo elementi probatori, doveva trovarsi nell'area di Calatubo, vicino Balestrate, cioè sull'unico sito che era "un tutt'uno inscindibile" con Camico-Bonifato. Il libro di Leonardo D’Asaro, "Minosse e Cocalo", non è uno dei tanti che vogliono dimostrare l’esatta ubicazione di Camico, ma uno studio storico - scientifico che, partendo dall'analisi del Mito tramandato dalle antiche fonti, e confrontandolo con le corrispondenze onomastiche dei luoghi e le ricerche archeologiche condotte nella Piana di Castellammare, perviene alla seguente conclusione: a) la città di Alcamo, la cui storia conosciuta non va oltre il periodo arabo, è l'erede dell'antica "Camico", la fortezza inespugnabile di Monte Bonifato fatta costruire, secondo la leggenda, da Dedalo per conto di Cocalo re dei Sicani; b) Partinico invece, o meglio la "Parthenicum" romana, nasce e si sviluppa nel territorio, "dalla parte" di Inico, antica capitale del regno sicano. Tutto ciò determina una serie di implicazioni di ordine storico e geografico, che puntualmente D'Asaro dimostra, cioè: a) Makara-Minoa è diversa da Eraclea Minoa, e va cercata nei pressi di Capo San Vito; b) Camico, che si trovava in territorio agrigentino, non può essere identificata con Sant'Angelo Muxaro, o altri siti come Caltabellotta, bensì con l'antica Alcamo; di conseguenza il dominio di Agrigento arrivava anche al Golfo di Castellammare; c) Inico, l'antica capitale del regno sicano, secondo elementi probatori, doveva trovarsi nell'area di Calatubo, vicino Balestrate, cioè sull'unico sito che era "un tutt'uno inscindibile" con Camico-Bonifato, come ha scritto Giustolisi in "Nakone ed Entella". Il valore della ricerca di D'Asaro, più che da sensazionali scoperte archeologiche (a parte il rinvenimento di ceramica micenea su Monte Bonifato), deriva dall'aver saputo, con la collocazione delle predette città, dare un significato logico alle rare notizie delle fonti classiche sugli avvenimenti storici, avvenimenti che, per la posizione preconcetta degli studiosi, risultavano contraddittori e, spesso, ritenuti frutto di errori degli autori antichi. Invece D'Asaro dimostra che i testi classici, pur trattando episodi spesso leggendari, sono legati a luoghi ben definiti e precisi, e che un'affrettata e avventurosa interpretazione ha impedito la loro corretta collocazione. La nuova identificazione poi del sito di Camico apre nuove prospettive per la valutazione dei fatti storici legati alle conquiste di Agrigento, alla penetrazione dei rodio-cretesi, ed alla ellenizzazione di molti centri della Sicilia nord-occidentale. Ma la conseguenza che deriva dalle predette nuove identificazioni, e che riguarda più direttamente la storia della piana di Partinico, è data dal fatto che molte cose della storia ufficiale devono essere riviste, in quanto finalmente appare chiara l'origine sia di Alcamo che di Partinico la quale non può essere estranea al mondo sicano prima e greco - agrigentino dopo. Ma vediamo brevemente quali sono i punti salienti della tesi di D'Asaro. Attraverso i testi classici, della città di Camico non si ha alcuna indicazione topografica precisa: si sa semplicemente che essa prese il nome dall'omonimo fiume che, nel cosiddetto "frammento di Lico", viene definito un "mare ribollente", con chiaro riferimento a quantità termali delle sue acque, e che più tardi tale città fu compresa nel territorio agrigentino. In un frammento di Stefano Bizantino è poi evidenziata la vicinanza di Camico al mare. La saga di Minosse, riportata dalle antiche fonti storiche, racconta che il re cretese, essendo andato alla ricerca di Dedalo (colpevole di aver fatto uccidere il Minotauro), prima sbarcò a Makara e, per raggiungere Camico, secondo quanto riferisce Eraclide, varcò (o risalì) il "Lykos", etimologicamente "Lupo"), fiume che successivamente, in particolari momenti storici, sarà indicato come linea divisoria fra Greci e Cartaginesi. Successivamente, mentre si trovava ospite non gradito di Cocalo, re di Inico, cui Dedalo aveva costruito la fortezza imprendibile di Camico, venne trattenuto dalle figlie del re sicano e ucciso in un "bagno caldo". Simulando una disgrazia, la salma di Minosse fu consegnata ai cretesi venuti al suo seguito i quali, avendo avute le navi bruciate, alcuni si fermarono a Makara che ribattezzarono "Minoa" in onore del loro re, altri emigrarono verso l'interno ove fondarono Engion, cioè l'antica Ganci. Nella convinzione che Makara-Minoa si dovesse identificare con Eraclea Minoa, e sapendo che Camico si trovò sotto il dominio di Agrigento, si è cercato Camico lungo i suoi fiumi, soprattutto lungo il fiume Platani ritenuto il fiume Alykos (dalla lettura e significato diversi da quelli del predetto Lykos) e quindi si è arrivati alla identificazione di Camico con Sant'Angelo Muxaro, ove è stata scoperta una fondazione che per la verità, come dimostra De Miro, non va oltre il VI secolo a.C. Sin qui i fatti noti. Gli argomenti che depongono a sfavore della asserita identità di Makara - Minoa con Eraclea Minoa, di Camico con Sant'Angelo Muxaro, del fiume Alykos con il Platani, e dello stesso Alykos con il Lykos, sono tanti, e gli stessi argomenti sono sufficienti a dimostrare invece che: a) il fiume Alykos non è il Platani ma l'odierno Salso; b) il fiume Lykos, che costituiva il confine fra il territorio elimo-punico e quello greco-siceliota, quando tutte le città greche erano "libere", si trovava vicino a Makara; c) Makara - Minoa si trovava nei pressi di Capo San Vito; d) Camico si trovava su Monte Bonifato, e quindi si identifica con l'antica Alcamo; e) Inico, in base ad elementi probatori, si trovava nell'area di Calatubo, vicino Balestrate; f) Partinico di conseguenza, o meglio, la "Parthenicum" romana è nata in quello che era stato il territorio di Inico o, se si preferisce, nella "parte" di Inico. Alcuni di tali argomenti dimostrativi, i più importanti, sono i seguenti: 1) L'asserita identità dei toponimi di Makara - Minoa e di Eraclea Minoa ha comportato un mistero rimasto insoluto e una lettura incomprensibile di alcune vicende riportate dai testi classici, in quanto hanno portato a ricercare Camico in un'area geografica sbagliata: essi invece designano due località diverse. Infatti Makara - Minoa è data come esistente fin da tre generazioni prima della guerra di Troia (cioè sin dal 1270 a.C. circa). In un frammento di Eraclide vengono descritte alcune usanze cretesi e, secondo quanto ci riferisce Diodoro, a Makara - Minoa esisteva un tempio-sepolcro (tipico esempio di usanze cretesi) dedicato ad Afrodite (divinità venerata dagli Elimi) e contenente la tomba di Minosse. Ebbene gli scavi archeologici condotti da De Miro nell'area urbanistica di Eraclea Minoa hanno rilevato solo una fondazione greco - selinuntina della fine del VI sec. a.C. per cui si arriva a considerare pura invenzione la saga di Minosse, non trovando corrispondenza quanto riferito nella stessa con i reperti rinvenuti, e la stessa realtà dei luoghi. Se i fatti narrati si sono svolti, concordemente ai testi, in epoca micenea, non è possibile l'identificazione di Camico con il sito agrigentino in quanto, come afferma V.Fatta ("La ceramica geometrica di S.Angelo Muxaro", 1983): a) Camico fu costruita secondo tecniche e modelli urbanistici micenei; b) era un centro di notevole importanza politica ed economica in epoca micenea o sub - micenea; c) la sua facies archeologica deve poter dimostrare sia la presenza micenea che l'esistenza di un grosso insediamento con caratteri misti egeo - indigeni, almeno a partire dalla tarda età del bronzo (1250-1100 a.C). Poiché S.Angelo Muxaro non presenta queste caratteristiche, si deve concludere che Camico micenea sia da ricercare altrove; 2) Il riferimento di Eraclide secondo cui nelle vicinanze di Minoa scorreva il Lykos, ha portato gli studiosi (a partire dal Cluverio) a ritenere che il Platani che scorre nelle vicinanze di Eraclea fosse lo stesso fiume Alykos che le fonti indicano quale abituale confine fra greci e cartaginesi. Come dimostra chiaramente G.Pottino ("Cartaginesi in Sicilia", 1976), l'errore cui è incorso il Cluverio ha portato gli studiosi a considerare una sola Minoa, identificandola con Eraclea, e un solo fiume Lykos-Alykos identificandolo con il Platani: ciò farà saltare la comprensione sostanziale dei trattati di pace tra greci e cartaginesi, e porterà ad interpretazioni avventurose e illogiche. Un esempio per tutti: come riferisce Diodoro (Libro XXIV), i Cartaginesi dopo la battaglia di Finzia (Licata), per curare i feriti si ritirarono all'Alykos. Il Cluverio ne deduce che i cartaginesi trasportarono i loro feriti fino ad Eraclea; e siccome, secondo le fonti, presso Minoa scorreva il Lykos, gli sembra certo che l'Alykos di cui parla Diodoro sia proprio il Lykos. E poichè vicino Eraclea vi è il Platani, conclude dicendo che l'Alykos e il Lykos sono la stessa cosa e si identificano con il Platani. Niente di più illogico! A parte che da Licata ad Eraclea vi corrono ben 70 Km, appare impensabile che i Cartaginesi mantenessero un simile avamposto al di là del confine con i nemici greci. Minoa doveva trovarsi all'interno del dominio cartaginese, e quindi è impossibile che l'Alykos fosse il Platani. Come lo stesso Pottino intuisce, poichè Finzia-Licata si trova vicino l'odierno fiume Salso, appare chiaro che lo stesso sia il vero Alykos, cui si addice perfettamente il nome (Alykos significa proprio "salato"). Se Pottino ha saputo dimostrare che l'Alykos non è il Lykos, e quindi non è il Platani bensì il Salso, D'Asaro, attraverso l'attenta analisi dei trattati di pace tra Siracusa e i Cartaginesi, chiarisce definitivamente e in maniera inequivocabile la diversità dei due toponimi ed il riferimento specifico dell'Alykos al fiume Salso. Infatti, secondo il trattato di pace del 383 a.C. intercorso tra Dionisio, tiranno di Siracusa, ed i Cartaginesi che avevano ottenuto una grossa vittoria presso il Monte Cronio, ai cartaginesi spettava il territorio comprendente le città di Selinunte, Eraclea, Agrigento ed Himera fino al fiume Alykos. Già da questo trattato di pace appare chiaro che l'Alykos non può essere il Platani, per il semplice motivo che il territorio di Agrigento si trova ad Est del Platani, e quindi il confine era certamente posto al Salso. Dal successivo trattato di pace (342 o 348 a.C.) stipulato da Timoleonte a seguito della vittoria del Crimiso, vera disfatta cartaginese, ne conseguì invece una divisione territoriale per la quale le città di Selinunte, Eraclea, Agrigento ed Himera erano tutte libere ("apasan eleuteran"), ed il confine veniva a cadere presso il Lykos. Anche da quest'ultimo trattato di pace si evince che il Lykos indica un sito diverso dal Alykos, altrimenti non si comprenderebbe come avrebbero potuto essere uguali i due confini fra Greci e Cartaginesi con le mutate condizioni politiche e territoriali. La reale posizione del Lykos si può desumere dal fatto che, quando esso era confine, tutte le città greche erano libere, e quindi si troverebbe tra il territorio elimo-punico e quello greco-siceliota. 3) Stabilito che l'Alykos è il Salso, ed è diverso dal Lykos, come si arriva a stabilire che il Lykos si trovava nella Sicilia nord-occidentale?. La risposta ce la danno proprio le fonti, quando esse dicono che per arrivare a Camico si poteva sbarcare a Makara - Minoa e risalire il Lykos. Se il Lykos non è il Platani alla cui foce vi era Eraclea Minoa, è chiaro che gli studiosi hanno fatto confusione fra le due città oltre che con i due fiumi, e quindi se vogliamo trovare il Lykos, dobbiamo identificare Makara, tappa obbligata per chi, come Minosse, provenendo dal mare, vuole andare a Camico. Se facciamo attenzione alla storia e alla toponomastica del territorio del Golfo di Castellammare, notiamo che vi è una lunga serie di corrispondenze onomastiche fra i luoghi citati dalle fonti e quelli presenti nel territorio. Vediamole: a) Le fonti dicono che Camico prendeva il nome dall'omonimo fiume che aveva qualità termali, e che Minosse vi morì in un "bagno caldo". Il casale posto ai piedi di Monte Bonifato veniva chiamato dagli arabi Menzil "Al-Qamaq"; nel XII secolo la fortezza esistente sul monte veniva da Edrisi chiamato "Al Hama" (leggi "Alcama"), mentre con "La Camucki" si denominava il feudo assegnato nel 1184 alla costituenda Chiesa di S.Maria Nuova di Monreale, e tolto al territorio di Al Qamaq, o Qamaq. Le sorgenti dei "bagni caldi" di Alcamo Diramazione ancora in periodo arabo vengono definite "Hammah", da cui derivò "Calat-Hammah" e successivamente "Calat-Hamet"; il predetto termine arabo "Hammah", come quello siciliano ancora in uso di "camiare", significano rispettivamente "caldo" e "riscaldare". Tutti i predetti toponimi sono la diretta derivazione della voce "Camico". Gli arabi, cosi diversi culturalmente, e ignari della secolare storia dei luoghi e delle città antiche di Sicilia, storpiarono a loro modo i vecchi nomi che sono pervenuti a noi nel modo in cui oggi li conosciamo: la leggendaria Camico, tanto cercata dagli studiosi lungo il corso del Platani a causa di una presunta identità toponomastica tra Alykos e Lykos, è ora chiaramente identificabile con Al-Qamaq-Alcamo. b) Le fonti dicono anche che per arrivare a Camico si sbarcava a Makara-Minoa. Se Camico è l'antica Alcamo, è nella Sicilia nord - occidentale che bisogna cercare Makara - Minoa, la quale non può evidentemente identificarsi con Eraclea - Minoa sita sulla costa sud-occidentale. Nella penisoletta ad Ovest del Golfo di Castellammare esiste una frazione di Capo San Vito chiamata "Macari"; nei pressi di Monte Cofano esiste un approdo chiamato "Cala Macarese", mentre l'intera catena montuosa che separa la piana di Castellammare da San Vito e Macari è pervasa da toponimi come "Pizzo Passo del Lupo" e "Passo del Lupo": lupo in greco si dice "Lykos"! Quindi se nel territorio di Capo San Vito vi sono tanti toponimi legati a Makara e Lykos delle fonti, è da queste parti che gli archeologi devono cercare Makara-Minoa. c) Le fonti dicono ancora che "Inico" era l'antica capitale del regno sicano di Cocalo. E anche questo toponimo è presente nel Golfo di Castellammare: infatti ad Ovest di Alcamo e del fiume San Bartolomeo esiste il monte Inici; lo stesso toponimo di Partinico e le "Aquae Segestanae sive Pertiniacenses", e altre letture emanuensi corrotte, ricordano l'antica capitale. In base a parecchi elementi probatori, si può ritenere che Inico debba essere cercata nel sito di Calatubo, sia per la sua stretta connessione e vicinanza con Camico-Bonifato, sia per la presenza di numerosi reperti che attestano la presenza umana sin dalla protostoria. Tutte queste corrispondenze toponomastiche non possono essere casuali, ma appunto perché vi è un perfetta corrispondenza fra i luoghi di oggi e quelli descritti nelle antiche fonti, si possono considerare probanti della loro antica preesistenza nel nostro territorio. 4) Anche la ricerca archeologica, purtroppo ancora agli inizi, comincia a dare i suoi frutti a sostegno della su esposta teoria. Un positivo indizio ci viene dato da Gianfranco Purpura in un articolo pubblicato su "Sicilia Archeologica" n°57-58. Lo studioso, avendo effettuato una ricognizione nei pressi di Monte Cofano, a pochi chilometri da Macari, ha localizzato un antico abitato ove è possibile rinvenire una gran quantità di frammenti ceramici che "indicano una occupazione del sito almeno nel V-III sec. a.C.", e ne deduce che si tratti di una ignota fortezza cartaginese posta in posizione avanzata sul mare, a difesa di Trapani ed Erice. E' curioso notare come i contorni del promontorio di Monte Cofano su cui è stata localizzata la predetta fortezza, si chiamino ancora "Cala Macarese" e "Contrada Macarese". Per quanto riguarda le ricerche effettuate su Monte Bonifacio, conosciamo solo quelle di V. Giustolisi ("Nakone ed Entella", pp. 77 e segg.), il quale, in base a quanto constatato, ritiene che i frammenti ceramici rinvenuti (greci a vernice nera e indigeni con decorazioni impresse o incise) siano indizio della vita dell'antico abitato fino allo scadere del V sec. a.C., e propende per una sua probabile identificazione con la città di Elyma. Fortuiti ed occasionali rinvenimenti effettuati tra i detriti di uno scavo di una trincea per la posa di un cavo elettrico sulla cima del Monte Bonifato, hanno permesso di attestare la presenza umana nel sito sin dall'età del bronzo, e una continuità abitativa fino ad epoche recenti. In particolare è dato distinguere frammenti appartenenti allo stile della "Conca d'Oro", di "Malpasso Stentinello", e di S.Angelo Muxaro. Rari frammenti ceramici, rinvenuti da altri appassionati, sono stati attribuiti infine alla cultura micenea. Notizie archeologiche su Calatubo si hanno nel lavoro di Giustolisi ("Nakone ed Entella") il quale, in base a ricognizioni conoscitive del sito, afferma che la vita dell'abitato affonda le sue radici nella protostoria, e verso il VI sec. a.C. subisce una penetrazione culturale ellenica. Significativa è la presentazione di una maschera fittile che Giustolisi attribuisce allo stile siceliota di influsso rodio, gruppo etnico dei greci agrigentini. Quindi anche gli elementi archeologici fino ad oggi conosciuti vanno a deporre per la nuova tesi, confermando che le coincidenze toponomastiche, la nuova e più rispondente interpretazione dei fatti storici collegati ai luoghi in oggetto, portano nella direzione della localizzazione di Camico ed Inico nell'area della piana del Golfo di Castellammare: conseguentemente il toponimo di Partinico è in diretto riferimento toponomastico con Inico, e in riferimento storico e culturale con il mondo sicano prima, e greco dopo. Difatti, la mancanza di notizie su una Partinico pre-romana, la presenza del toponimo Inici nel Golfo di Castellammare, e la fondata ipotesi che nel territorio sia esistita la leggendaria Inico, portano a dover necessariamente ritenere che l'origine del toponimo "Parthenicum" sia da attribuire al periodo romano, come prodotto di fusione del termine "Parte" e della voce "Inico", con riferimento alla città di cui il territorio faceva parte. Allora possiamo sin da ora escludere l'esistenza di una "città" di Partinico pre-romana: fino a tale epoca esisteva la sicana Inico e il suo territorio. Quando Parthenicum compare in epoca romana e viene inserito, nel II sec. a.C. in un itinerario descrittivo della Via Consolare Panormo - Drepano, e viene collocato "ab Hykkara per marittima loca XII M.P.", molto verosimilmente esso indicava un insediamento o stazione di posta sorto nel territorio della mitica Inico, e denota l'esigenza di fornire una indicazione, che cioè il percorso passava nel territorio, nella "parte" di Inico. Per riprendere le tue parole, “so che questo non basterà a farti cambiare opinione”, però faccio presente che, a distanza di 12 anni dalla pubblicazione del libro, la dimostrazione del D’Asaro non risulta contestata da alcuno, anzi lo stesso Giustolisi in una sua recente pubblicazione ha ammesso che la città sicana di Iccara si trovava su Monte d’Oro (Montelepre), sempre nella piana di Castellammare. Ma forse hai ragione tu: bisogna rimanere fedeli nella rivendicazione delle proprie origini, anche se ci sbagliamo! Partinico 17/11/2003 Aldo Grillo  
Aldo Grillo | 17/11/2003 10:24:52

x aldo
Caro Aldo Grillo, di libri che dimostrano l'esatta ubicazione di Kamiko ne esistono diversi, come diversi sono i siti che indicano. Caltabellotta è, per così dire, "sponsorizzata" da un luminare dell'archeologia quale Julio Schubring o da Vittorio Giustolisi, senza nulla togliere a Leonardo D'asaro. La nostra certezza, però, viene da una fonte più assoluta, l'unica fonte credibile in quanto eterna ed incorruttibile. A raccontarci la verità è la Roccia del nostro Paese che reca scritta sulle sue rughe la storia di Kokalos e dei suoi figli e, magicamente, la racconta a chiunque voglia sentirla. So che questo non basterà a farTi cambiare opinione e ne sono felice perchè è bellissimo che ognuno di noi resti fedele nel rivendicare la nobiltà della propria Madreterra. Con ammirazione ed affetto, Leonardo.  
Leonardo Nicolosi detto "di Manuela | 15/11/2003 16:39:33

Sviluppo turistico
-- SVILUPPO TURISTICO ED ECONOMICO: interessato un comune : CALTABELLOTTA ha presentato ieri presso l'ambasciata italiana a NEW YORK il progetto che porterà alla realizzazione di un Aeroporto Multiscalo Civile/Militare. In partnership con SAGAT e NHS la Tecno Holding S.p.A.ha partecipato alla gara per la costruzione dell’Aeroporto di CALTABELLOTTA, rimanendo l’unica cordata in lizza. Entro la fine del 2007 si avrà il responso da parte degli azionisti pubblici. Le partecipazioni acquisite e/o l’investimento finanziario necessario verrebbero apportate a una Holding che vedrebbe la presenza di altri partners interessati all’iniziativa oltre alla Sagat, San Paolo Private Equity e Edizioni Holding. Il modello societario che si andrebbe a costituire potrebbe essere: “HOLDING INIZIATIVE AEROPORTUALI” Azionisti: Istituti Bancari Investitori Privati Partners Tecnici Tecno Holding (Camere di Commercio) FONDI DI PRIVATE EQUITY L’iniziativa è rappresentata dalla costituzione di quattro fondi di private equity che promuoveranno lo start-up di imprese ed il finanziamento di attività imprenditoriali in via di sviluppo. Le aree di intervento sono il Mezzogiorno, il Centro Italia, il Nord Est ed il Nord Ovest; ogni fondo avrà una dotazione di liquidità di circa 80-100 milioni di Euro e vedrà tra i suoi sottoscrittori investitori istituzionali come il Fondo Europeo per gli Investimenti (FEI), istituti bancari esteri come la Caisse de Dépots et Consignations, italiani come le fondazioni Cassa di Risparmio di Bologna, Compagnia San Paolo, istituti bancari come il Banco di Napoli, la Cassa di Risparmio di Firenze, la Cassa di Risparmio di Forlì e la Banca Antonveneta. cordiali Saluty Member: Sergio Caterina  
Sergio Caterina | http://www.reteolimpo.tk | 14/11/2003 21:27:57

Storia su caltabellotta
Cari amici di Caltabellotta, ho letto con interesse la storia della vostra Città, dove si dice con certezza che la sua origine è da riferire alla mitica città sicana di Camico. Purtroppo non è così: Camico si trovava su monte Bonifato, presso l'odierna Alcamo (in arabo Al Kamac),in provincia di Trapani. Per gli scettici si consiglia di leggere il libro di Leonardo D'asaro dal titolo "Minosse e Cocalo, mito e storia nella Sicilia occidentale" Ed. Augustinus, Palermo 1991.  
Aldo Grillo | 14/11/2003 18:12:59

Invito
La Pro-Loco di Caltabellotta, invita a leggere attentamente l'annuncio del commento precedente. E' un evento che aspettavamo con ansia e che dimostra in modo inequivocabile che passerà per il nostro territorio un "treno" speciale. Bisogna, subito, preparare i "bagagli" e non perderlo. Chi sarà capace di salirvi potrà partire senza mai lasciare la propria Terra. La nostra associazione ha stilato un programma di iniziative e di attività che è stato presentato all'Amministrazione comunale e che spero di riuscire ad allegare a questo commento. E' ciò che tenteremo di portare avanti e che proponiamo alla Vostra attenzione chiedendo il Vostro coinvolgimento e la vostra partecipazione. Bozza di elenco delle iniziative Premessa Caltabellotta, paese di circa settemila abitanti nel periodo di massima densità, conta attualmente meno di quattromila residenti: è un immenso “albergo” vuoto ed inadeguato. La tendenza odierna resta all’emigrazione, specialmente giovanile, che sottrae le energie migliori alle potenzialità di valorizzazione e sviluppo di questo luogo esclusivo. Un paese disabitato, o molto sott’abitato, è come un vestito immenso indosso ad un corpo minuto: diventa una coltre soffocante o un inciampo insuperabile al tentativo di un qualsivoglia cammino. La natura del luogo, sia per l’impalpabile senso di magico che si respira percorrendo i suoi picchi pietrosi o allungando lo sguardo verso un infinito che da lì sembra originarsi, incide nel profondo dell’anima di chi vi ha trovato i natali, un senso di libertà assoluto che per tutta la vita gli si agita dentro e che si appaga soltanto percorrendo o “tornando” a quel sito. Lontano da Esso è perenne rodimento d’amore. Col luogo natio si conserva un legame indissolubile ed irrazionale che, quando si è costretti lontano, viene percepito come sofferente bisogno di ritorno alla propria vita prenatale, priva di affanni e paure, avvolta ed ancorata all’amore della “madre”, germogliante nella “madreterra”. Con un luogo come Caltabellotta, dove sublime è il senso della pace ed insuperata la sensazione della libertà, il legame rimane speciale ed inspiegabile. I “sottratti” a questa Terra, asseriscono con assolutezza che non può trascorrere giornata di alcuno senza che la mente vi si rechi almeno per qualche attimo. Qualcosa è stato fatto ma c’è da osservare, però, che tante meraviglie architettoniche e paesaggistiche sono annebbiate da un lungo ed implacabile degrado non colpevole, dettato da diseducazione alla funzione catartica, ed in questo caso anche utilitaristica, dell’estetica. Urge un lavoro di restauro, di ripristino e di recupero. Gli aspetti mitologici, preistorici, storici, di assoluta valenza, del territorio, si agitano sotto la coltre dell’oblio o della poca attenzione. Urge un organico ed approfondito lavoro di ricerca. Colmare tali carenze oggettive è la base di decollo del sito turistico di Kamiko-Triocola-Caltabellotta, che, invertendo il flusso migratorio, rifiorirebbe di vita e di economia. A tal proposito, la Pro-Loco ha redatto un elenco generale di iniziative, tutte concatenate e volte allo stesso obiettivo, che qui di seguito esponiamo e che saranno sviluppate in un progetto organico globale: Redigere la relazione illustrativa a supporto della richiesta da presentare alla Regione Sicilia affinchè adotti Caltabellotta come Città Presepe regionale Redigere la relazione illustrativa a supporto della richiesta da presentare alla Regione Sicilia affinchè venga istituzionalizzata la celebrazione dell’anniversario della Pace di Caltabellotta Gestire le risorse di pernottamento e soggiorno sia direttamente che in partecipazione coi proprietari degli immobili Stabilire gli standard qualitativi del soggiorno e la tipologia architettonica degli ambienti Organizzare l’ordinaria pulizia e manutenzione degli alloggi. (Possibile curare costituzione di cooperativa o altra società locale ad hoc che fornisca i servizi) Organizzare i trasporti per la fruizione del patrimonio archeologico, paesaggistico, culturale e ricreativo del territorio. Acquisto dei mezzi e gestione del servizio da parte della Pro-Loco oppure affidamento ad altri, locali. Curare l’apertura di un grande Stoàj (piazza-mercato-teatro di stile ellenico, armonico al sito di Kamiko?) Formare e gestire accompagnatori e guide. Nel senso di chiedere finanziamenti per istituire i corsi o per permettere agli interessati di frequentarne altri esterni, finalizzati all’incarico presso la Pro-Loco Organizzare e gestire animazione e spettacoli Istituire una Scuola delle Arti cui attingere per la realizzazione degli spettacoli da portare eventualmente anche all’esterno Formare gruppo di ricerca mitologica, storica, degli usi e costumi, delle tradizioni artistiche, folcloristiche e culturali di Kamiko-Triocola- Catabellotta (I tre punti precedenti vanno abbinati perché utili a trarne rappresentazioni e spettacoli da utilizzare sia come promozione del luogo che come intrattenimento per gli ospiti, anche nello stoàj) Realizzare, con la collaborazione di esperti, uno studio sulla tradizione culinaria e curarne l’offerta e la valorizzazione, stimolando l'apertura di ristoranti tipici, convenzionati e coordinati Realizzare uno studio di massima per una campagna di scavi che porti alla luce le vestigia sikane, Kamiko, e quant’altro esista Gestire il ripristino paesaggistico, il recupero e restauro di beni culturali eventualmente in pericolo (Valutare quali possibilità legali esistono per la gestione da parte della Pro-loco delle attività previste dai due punti precedenti) Realizzare percorsi di trekking, di mountainbike, a cavallo etc..con il supporto di tecnici specialisti Realizzazione di un’agenzia d’in-coming turistico, finalizzata al coordinamento e alla promozione delle risorse turistiche e ricreative di Caltabellotta e dintorni Istituire e gestire l’Ambasciata di Caltabellotta: (Bozza di regolamento dell “Ambasciata di Caltabellotta”: -nasce nell’ambito della Pro-Loco e si propone di contribuire allo sviluppo di Caltabellotta sia da un punto di vista economico sia culturale ed ambientale, con ogni attività utile a perseguire tale obiettivo o efficace per ripristinare o rinsaldare i contatti con gli emigrati e con i loro discendenti, adoperandosi per farli ritornare e possibilmente restare, agendo, nel contempo, per eliminare le cause che determinano l’esigenza di emigrare; -ne fanno parte di diritto tutti gli emigrati come chiunque ne faccia richiesta, salvo possedere gli opportuni requisiti legali ed etici ed essere ritenuto idoneo dal Consiglio direttivo; -saranno considerati “Ambasciatori speciali” tutti i caltabellottesi ed i loro parenti, discendenti diretti ed indiretti, che risiedono fuori dal territorio della Sicilia ed, a discrezione del Consiglio, anche qualcuno residente nell’Isola, ad essi saranno riservati una serie di privileggi come: a) l’esenzione dall’obbligo di sostenere economicamente l’Associazione attraverso contributi o quote sociali; la possibilità di riceverne, invece, a loro volta, contributo per eventuali accertati bisogni; b) condizioni particolarmente vantaggiose, sia economiche che di accoglienza, che favoriscano la visita ed il soggiorno turistico nel luogo delle loro origini; c) priorità, in particolare ai più giovani, nell’aver conferiti incarichi ed affidate attività o servizi che, per remunerazione economica, possano consentirne il ritorno o l’immigrazione; d) contributi per rendere più efficace e semplice il collegamento all’Ambasciata e quant’altro sarà ritenuto utile ed opportuno dal Consiglio direttivo per la realizzazioni degli scopi sociali; -l’Associazione Pro-Loco gestirà l’attività di in-coming turistico e potrà erogare servizi, sponsorizzare prodotti o attività locali che accettino di operare secondo le direttive e le forme dettate dalla Stessa, stipulare contratti e convenzioni con i soggetti e per i contenuti ritenuti utili al perseguimento degli scopi sociali; -gli Ambasciatori che indirizzeranno visitatori e turisti a Caltabellotta avranno diritto di accantonare in un loro conto virtuale una percentuale degli utili arrecati all’Ambasciata nella eventuale erogazione di servizi e quant’altro a pagamento gestiti dalla Pro-Loco o da Privati, Società, Associazioni ed Enti con Essa convenzionati e nella cui convenzione dovrà essere inserita obligatoriamente tale clausola; -i flussi turistici indirizzati dagli Ambasciatori dovranno essere gestiti, nel territorio, esclusivamente dall’Associazione o da entità da Essa delegata, salvo perdere ogni diritto sancito dal presente statuto per gli stessi Ambasciatori; -le cifre personalmente accantonate potranno essere spese in soggiorno e servizi nel territorio per sé o per i propri parenti e discendenti indicati ed, eccezionalmente, potranno essere utilizzate dai titolari per sé o per propri discendenti o donate ad originari emigrati in caso di accertato bisogno; -l’Ambasciatore che consumerà o si farà promotore di vendita di prodotti locali sponsorizzati dalla Pro-Loco attraverso convenzioni apposite, otterrà gli stessi vantaggi esposti al punto precedente.) Istituire uno sportello locale per indirizzare lo sviluppo di attività imprenditoriali complementari al progetto della Pro Loco Realizzazione e cura sito internet Programmazione campagne pubblicitarie Formazione gruppo per la realizzazione e il miglioramento di percorsi paesaggistici e culturali, sia con la realizzazione dei viottoli, sia con la ricerca e la valorizzazione del patrimonio botanico, illustrato, insieme agli altri elementi di interesse turistico, attraverso cartellonistica esplicativa Formare un gruppo incaricato dell’individuazione e lo studio delle leggi e delle norme utili alla creazione ed al supporto delle attività della Pro-loco Curare iniziative per affermare il territorio come luogo demandato al recupero e la salvaguardia della “Capra Girgentana” e degli Asini, entrambi a rischio di estinzione Recuperare il patrimonio tradizionale del vecchio artigianato, curandone la rinascita e la commercializzazione insieme all’artigianato attuale Progettare il recupero delle masserie del territorio, individuandone alcune da attrezzare come Case di Riposo da coordinare con le strutture di assistenza all'avanguardia già esistenti in Paese: (Caratterizzarle come luogo di riposo e studio di ricerca storico-culturale, degli usi e costumi, delle tradizioni artistiche e folkloristiche, al servizio di Kamico-Triocola-Caltabellotta, facendo diventare gli ospitati autori ed attori della fruizione della loro attività da parte dei turisti che verranno a visitarci. Una di queste strutture potrebbe essere attrezzata come grande laboratorio artigianale ed ospitare in maniera agevolata, mettendoli in relazione creativa, vecchi artigiani che, bisognosi di assistenza potrebbero, nel limite delle possibilità e capacità loro disponibili, produrre manufatti e curare l'apprendistato. I prodotti del loro "passatempo" potrebbero essere oggetto di mostra o venduti per l'autofinanziamento nello Stoaj sopra previsto.“Case di Riposo" a tema e per gruppi di affinità, vive ed utili, in vicendevole disponibilità con il territorio.) Giorni occupabili e manifestazioni utili al fine di portare visitatori: GG 15 Città presepe GG 5 Pasqua GG 5 Festa Madonna GG 5 Festa S. Pellegrino GG 10 Celebrazione Pace GG 5 Vendemmia di Dioniso (vino di Kokalos) GG 5 Il succo della Pace (olio di Kokalos) GG 10 Trionfo di Kokalos (tosatura, vino, olio, cibo (lumache?), allegria ed anche festival internazionale degli Acconciatori) GG 5 Rassegna Sikana (artisti siciliani) GG 5 Estemporanea internazionale dei paesaggisti con le opere lasciate a formare una grande mostra permanente GG 10 Mostra-Festival del genio di Dedalo (invenzioni, costruzioni e diavolerie) etc. Un cordiale saluto a tutti ed uno particolare ad Enza Matra che invito a contattare la Pro-Loco per tornare a Caltabellotta quando ne avrà voglia. Leonardo Nicolosi, per la Pro-Loco di Caltabellotta.  
Leonardo Nicolosi detto "di Manuela" | 14/11/2003 16:38:53

Economia e sviluppo
-------------------------------------------------------------------------------- Economia e Lavoro Sviluppo turistico: interessati sette comuni : La società Rocco Forte ha presentato ieri presso l'ambasciata italiana a Londra il progetto che porterà alla realizzazione di un albergo di lusso, campi da golf, centro benessere, ristoranti e centro congressi in località Verdura, tra Sciacca e Ribera. Progetto che sarà avviato grazie al contratto di localizzazione, stipulato sempre ieri tra Sviluppo Italia, Ministero delle attività produttive, Ministero dell'economia, enti locali e imprese e che consentirà di semplificare e accelerare le procedure di insediamento in Italia di imprese estere. Uno strumento dunque indispensabile per l'iniziativa imprenditoriale turistica che la società Sir Rocco Forte & family ha annunciato da tempo e per la quale è già stato depositato al Comune di Sciacca il progetto di massima. La stipula del contratto di localizzazione ha dato dunque il via libera alla fase operativa del progetto che la società Rocco Forte conta di chiudere nel 2007, quando é prevista l'apertura della struttura ricettiva per un turismo di lusso. Progetto che prevede un investimento di 124 milioni di euro che porterà alla realizzazione del Verdura International hotel , struttura che comprenderà 200 camere di lusso, 50 unità residenziali, un centro benessere, ristoranti ed un centro congressi, oltre a due campi da golf da sempre attrattiva di un turismo di elite. La presentazione del progetto da parte della società Rocco Forte arriva proprio nel giorno in cui si concretizza un'altra iniziativa significativa di sviluppo turistico che coinvolge il versante occidentale della provincia. E’ stato sottoscritto, infatti, ieri il protocollo d'intesa del contratto di programma denominato “la terra del benessere”, che unisce pubblico e privato in un articolato progetto di investimenti nel settore alberghiero e dei servizi connessi al turismo. Un altro strumento che dovrebbe portare alla valorizzazione ed alla crescita del turismo nei comuni di Sciacca, Menfi, Lampedusa, Ribera, Cattolica Eraclea, Caltabellotta e Palma di Montechiaro. Una società consortile, costituita da piccole e medie imprese ma anche da aziende pubbliche che investendo capitali propri ed usufruendo di finanziamenti pubblici, consentirà la realizzazione di 30 iniziative nel settore alberghiero ed altre 10 al servizio del turismo. Di queste 19 coinvolgono la città di Sciacca. Oltre agli imprenditori privati alla società hanno aderito anche l'azienda delle terme e l'azienda ospedaliera . La prima conta di sfruttare l'opportunità per gli alberghi sul Monte Kronio e per la ristrutturazione del motel Agip di via Figuli, l'azienda ospedaliera é coinvolta con il progetto relativo al complesso monumentale di Santa Margherita per la realizzazione di un museo della ceramica e un centro congressi. Il protocollo d'intesa é stato sottoscritto ieri dal Presidente della provincia, dai sindaci dei 7 comuni interessati che si sono assunti l'obbligo di accelerare al massimo le procedure per il rilascio delle autorizzazioni necessarie, dai sindacati, dalla camera di commercio, dall'unione degli industriali ed ovviamente dagli imprenditori privati che investiranno nel settore turistico alberghiero. Investimento che ammonta complessivamente a circa 220 milioni di euro.  
Giuseppe | 14/11/2003 15:22:29

Ciao
Navigando sono approdata al sito "Caltabellotta On Web..." che mi ha riportata ad un periodo della mia infanzia dove sono stata un anno in collegio proprio a Caltabellotta... Complimenti ai Caltabellottesi per il sito: è strutturato bene, è vivace ed è ricco di informazioni culturali... Ciao a tutti  
ENZA MATRA | 14/11/2003 14:31:52

Nostalgia
Carissimo Leonardo, penso che tu abbia fatto un gesto meraviglioso a nome di tutti quei Caltabellottesi che per vari motivi non sono potuti venire di persona a far visita ai loro cari defunti. Te ne ringrazio io per prima. Continuo a pensare con tanta nostalgia al nostro paesello, e nel frattempo gli faccio una sfacciata pubblicità con amici e parenti.(Solo la scorsa estate ne ho convinti 6 a visitarlo e ne sono rimasti innamorati).Un saluto a te e a tutti gli amici.  
PIRM | 12/11/2003 19:03:24

Warning
ragazzi miei ... la situazione è critica, molto critica:: ma avete presente che Caltabellotta si è svuotata?? non c'è + gioventù? azz... questo è il massimo ... pochi metri e si tocca il fondo cari miei concittadini!!!! *** magari un giorno qualcuno farà qualcosa non x caltabellotta ma per le rovine *** ... QUINDI PROPONGO DI APRIRE UN'AZIENDA NON AGRICOLA MA DI ARCHEOLOGIA!! VI VA ?? .. EHEHE... RAGAZZI ...ASPETTIAMO DI TOCCARE IL FONDO, POI CI METTIAMO CON LE PALE E PICOZZA XKè SI PUò SCENDERE ANCORA!!  
Sergio Caterina | http://www.reteolimpo.tk | 10/11/2003 19:17:33

percezione
Quale navigatore simpatizzante dell'area di sinistra, credo in modo civile, democratico, trasparente, ho instaurato un dialogo finalizzato a chiarire quanto da me percepito. Se non avessi ricevuto risposta avrei ugualmente accettato tale scelta. Con serenità. Mario.  
MarioTrapani | 10/11/2003 10:33:49

Saluti
grazie x la chat saluti a tutti i caltabellottesi da treviso  
Biagio | 09/11/2003 19:24:27

no comment
.......... .......... .......... no comment ... ((( www.reteolimpo.tk ))) by warp  
Sergio Caterina | http://www.reteolimpo.tk | 08/11/2003 00:55:40

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